Gita in Alsazia e Colonia
Agosto 2013
Quest’anno ho deciso di scrivere prima il programma della gita, preparato dalla
Tour-Operator
Bicocchi Anna.
Prima della partenza ci siamo documentati su cosa
andremo a visitare ed è stato stilato un programma di base. Mi occuperò della
logistica, pertanto mi sono fatto carico della prenotazione degli alberghi. In
base al programma ho fatto le prenotazioni e stampato appunti importanti per non
perdere nessun aspetto di questa regione.
Come al
solito la gita si presenta impegnativa, ma oramai siamo collaudati e ce
la faremo.
Qui adesso
comincia il report, il programma ceh avevamo previsto per questa gita lo troverete dopo la descrizione della
gita, con quello che siamo poi riusciti a vedere.
Partenza di buon
ora e prima meta Friburgo in Brisgovia. Beppe si prende l'onere della guida, deve pareggiare
i miei tremila km fatti con la mia auto per la gita a Berlino, qui trovate
l'articolo:
http://www.fabinet.it/friedrichshafen_2013.htm. I chilometri da Brescia per
raggiungere Friburgo in Brisgovia sono circa cinquecento. Si attraversa la Svizzera e si deve
pagare il bollino per l'autostrada, sono 35 euro. Dopo il Gottardo si arriva
quasi subito in Germania dove si trovano molte aree per il picnic e ne
approfittiamo per fare uno spuntino.
Dopo aver parcheggiato
il pulmino ci avviamo verso il centro, visitiamo il vecchio e nuovo comune
"Rathaus" e la Cattedrale dove di fianco c'è una vecchia casa rossa molto bella.
Dopo una sosta di
un oretta ci dirigiamo verso Neuf Brisach. Città particolare, con forma
ottagonale e grandi fortificazioni.
Sopra una foto da internet,
le seguenti le mie:
Facciamo una
sosta in patisserie nella piazza principale, c'è chi beve un caffè (mah), chi
come me e la mia signora, beve il primo calice di vino dell'Alsazia, un buon
Pinot Gris, qualche cioccolatino addolcisce il pomeriggio. Si riparte per
Eguisheim, piccolo paesino che vive di turismo e vino. Abbiamo fortuna perché è
in corso la Festa del Vino. Non ci lasciamo sfuggire l'occasione per assaggiare un bel Riesling, mi porto via
anche il bicchiere per ricordo, anche se dell'anno precedente.
Colmar è vicina e in pochi
minuti siamo in albergo. Prendiamo possesso delle camere e decidiamo di mangiare
a Turckheim paesino poco distante. L'albergatore ci consiglia un paio di
ristoranti, il primo non ha più posto, il secondo ci accoglie senza problemi: lo
Stammtisch. Cena ottima e ambiente carino, ordino assieme a Piero la baeckaoffa,
piatto delizioso (agnello, maiale e manzo cotti in forno con patate e cepola).
Il letto ci attende, la giornata è
stata lunga e l'indomani ci aspetta la città di Colmar. Risveglio mattutino e
dopo colazione alle nove siamo a Colmar. La città è ancora addormentata e poche
persone in giro. Visita della chiesa francescana, dopo di ché abbiamo il tempo
di fare il giro turistico con il trenino e quindi visita della collegiata di St.
Martin che alle nove non era ancora aperta.
Cliccare su una foto per ingrandirla
Si lascia Colmar
per raggiungere Turckheim la cittadina dove abbiamo cenato la sera precedente.
La cittadina è carina e la visita è breve in quanto non c'è molto da vedere. Ma
sufficiente per fare una foto ricordo spiritosa.
.
Lasciamo Turckheim per
Kaysersberg per la visita del paese e la chiesa principale ed un ottima bevuta
di Gewurztraminer.
Lasciamo Kaysersberg per Riquevir, dopo una breve
passeggiata per la cittadina ci fermiamo presso una cantina per acquistare un pò
di vino. Paesino caratteristico con le sue case colorate a graticcio.
La prossima meta sarà le Jardin Des Papillons sulla
strada per Ribeauville. Durante questi vari spostamenti si rimane colpiti dai
grandi appezzamenti di terra coltivati a vite. Visitiamo questo paradiso delle farfalle e poi
la giornata si
chiuderà in quest'ultimo paese.
Rientriamo a Colmar e ceniamo in città allo Schwendi,
ristorante affollato con piatti tipici alsaziani. Io prendo il Bibalakas un
piatto a base di formaggi e patate stufate, non male, ma c'è di meglio. Rientro
in albergo. Al mattino pronti alle otto e mezza, caricate le valigie ci
dirigiamo verso il castello Haut Koenigsbourg nei pressi di Selestat.
Dopo la visita del castello ci aspetta a Selestat le
chiese di St. George e St. Foies. C'è il mercato e dobbiamo posteggiare un po'
lontano. Dopo la visita delle due chiese, niente di particolare, ci avviamo
verso Ebermunster per la visita dell'abbazia di St. Maurizio.
L'abbazia ricalca un po' tutte quelle di quel periodo
con stucchi e in stile barocco, come il santuario di Wies oppure la chiesa di
Birnau in Germania. Dopo un ricco spuntino nei pressi dell'abbazia riprendiamo
la strada per Strasburgo. Visitiamo la città di Obernai, dopo si sale fino al
monastero di St. Odile a Ottrot a ottocento metri. Si ridiscende a Rosenheim e
visitiamo l'abbazia di San Pietro e Paolo.
La giornata è stata pesante e raggiungiamo l'hotel a
Strasburgo. Ci facciamo consigliare un ristorante dall'albergatore e ceniamo li
vicino al "Les Bons Amis" non male. La mattina successiva visitiamo per prima la
piccola Francia un rione caratteristico di Strasburgo poi ci dirigiamo verso il
rione dei conciatori e prima di visitare la cattedrale ci concediamo uno
spuntino nei pressi del canale dove passano i battelli turistici.
Dopo la visita
alla Cattedrale decidiamo di dedicare il pomeriggio a Baden-Baden. Sconfiniamo
di nuovo in Germania e facciamo una bella passeggiata in questa cittadina
termale. Anche qui abbiamo la fortuna di capitare nella festa di fine estate.
Dopo un aperitivo al Kurhall dove si svolgeva la
manifestazione con il pallone aerostatico rientriamo a Strasburgo e andiamo a
cena al Ristorante della Vecchia Dogana nei pressi della piccola Francia,
individuato prima della partenza con un cameriere informatissimo sulle vicende
italiane sia politiche che calcistiche. Questa l'occasione per provare la
Couchecroute. Domani ci aspetta Magonza sulla strada per Colonia destinazione
della sera.
Partenza alle otto e trenta dopo una abbondante
colazione. Alle dieci siamo a Magonza (Mainz). Visita del Duomo e
passeggiata per la città, spuntino nella Gutenberg Platz.
Riprendiamo la strada per Colonia, il TomTom con il
ricevitore RDS ci informa che se cambiamo strada risparmiamo quasi due ore di
viaggio. Nel pomeriggio arriviamo a Colonia e fatto il check-in in albergo
lasciamo il pulmino e ci dirigiamo in città con il treno, una metropolitana di
superficie. In venti minuti siamo in città e raggiungiamo la cattedrale,
maestosa. Facciamo il giro delle fontane monumentali e troviamo l'ora per la
cena. Documentatomi con tripadvisor ceniamo al Fruh Hof dietro il Duomo. La
birra viene servita in bicchieri da venti centilitri e il cameriere ne porta
dieci dentro un cestino particolare. La birra si chiama Kolsch. Questa sera
mangio la classica Wienerschnitzel. Cosa strana la birra si paga a parte dal
conto della cena.
Rientriamo in albergo e la mattina successiva dobbiamo
essere a Metz e sulla strada ci fermeremo al Castello di Cochem e nella città di
Treviri. Partenza alla solita ora e alle dieci siamo già al Castello che si
trova su una collina che domina la valle della Mosella. Lunga passeggiata fino
all'entrata, dalla foto qui sotto si capisce il percorso da fare dalla
strada sotto dove parcheggiamo, per l'occasione la faccio due volte.
I cavalieri a protezione del castello avevano diritto a
centosessantadue litri l'anno di vino, contro i dodici che consumiamo di media
attualmente. Credo di essere un cavaliere dell'era moderna. Bello il panorama
che si gode dal castello.
Lasciamo Cochem per Treviri (Trier). Visitiamo la porta
Negra e passeggiamo fino al Duomo. Da queste parti troviamo sempre due chiese,
una vicina all'altra: la cattolica con la croce sul campanile e la protestante
con il gallo.
Dopo un bicchiere di Riesling brut e un altro spuntino
ripartiamo, destinazione Metz!
Arrivati a Metz cerchiamo il ristorante Sans Coulotte,
ma non hanno posto e quindi torniamo verso l'hotel e accanto troviamo un
ristorante dove ceniamo a base di spiedini alla brace con tre tipi di carne:
maiale, agnello e manzo! La mattina ricarichiamo le valige sul pulmino e andiamo
in città, Beppe mi lascia finalmente la guida. Nella piazza del Duomo troviamo
il mercato, dopo la visita della chiesa ci dirigiamo verso l'isola della città e
ci facciamo qualche foto. Ritorniamo all'auto attraverso la piazza degli archi.
Lasciamo Metz per Nancy, prima di mezzogiorno siamo già
a Nancy. Facciamo una bella passeggiata fino alla piazza principale dai cancelli
dorati. Piazza Stanislao Re di Polonia e benefattore della città che ha portato
l'illuminismo a Nancy. Dopo la visita della Cattedrale e un breve ristoro ci
incamminiamo verso Mulhouse.
Arrivati a Mulhouse prendiamo possesso delle camere e
dopo una rinfrescatina ci avviamo verso il centro città e visitiamo la
Cattedrale e il Municipio. Sul lato ovest del palazzo vi è appesa una brutta
testa umana in terracotta a dimensione naturale con catena che veniva fatta
indossare nel medioevo ai prigionieri e fatti sfilare in città a dorso d'asino
cavalcato all'incontrario a mo di berlina.
Comincia a piovere e ci rifugiamo in un centro
commerciale, compriamo degli ombrelli e decidiamo di andare a cena. Troviamo un
bel ristorante dove ci concediamo una ricca cena a partire dall'aperitivo con
una bella bottiglia di Pinot Gris. Un piccolo antipasto e un bel piatto
Alsaziano a base di pesce e carne. Anche il dolce non è male, i maccarones
sono buonissimi, il ristorante si chiama
Aux Caves du Vieux Couvent. La cena è stata eccellente
e non ci rimane che ritirarci. Ormai siamo quasi alla fine del nostro viaggio, domani
ci aspetta il museo dell'automobile e la visita alla collegiata di Thann.
Arrivati di buon ora all'apertura ci sono già diversi visitatori in coda. Poco
dopo le nove siamo già dentro e ci aspetta uno spettacolo incredibile, la
collezione Schumpf contiene il maggior numero di auto Bugatti al mondo e una
infinità di altri modelli di tutto il secolo.
Dopo tre ore terminiamo la visita e ci dirigiamo verso
Thann per la visita della collegiata dedicata al Santo Ubaldo per la leggenda
del pollice e dell'anello sottratti alla sua morte da un suo discepolo e nella
chiesa conservati come reliquie.
Dopo un breve ristoro in un bar di Thann e provato il
vino Muscat lasciamo il paese e ci dirigiamo verso l'abbazia di Murbach. Durante
il tragitto abbiamo modo di fotografare anche le cicogne nei pressi di una
cittadina rurale visitabile come museo.
Nella foto qui sopra tipico contadino
alsaziano.
Arriviamo a Murbach nel bel mezzo di un concerto di
tromba e organo per festeggiare la restaurazione di quest'ultimo con il
contributo di amici svizzeri, presenti per l'occasione.
Abbiamo ancora un pò di tempo e decidiamo di tornare a
Eguisheim il primo paesino visitato in Alsazia, adesso è più visitabile, non c'è
la confusione della festa dl vino.
Acquisto un altro pò di vino e ci apprestiamo a passare
l'ultima notte in Alsazia. Questa sera andremo a mangiare al Buffalo Grill come
facciamo di solito l'ultimo giorno. Purtroppo questa volta siamo rimasti
fregati. La carne non era granché e pure bruciacchiata. Non si consiglia questo
ristorante nei pressi di Mulhouse.
E' l'ultima notte, probabilmente se stavamo un giorno
in più a Colonia e una in meno a Mulhouse avremmo gradito di più, sarà per la
prossima volta. Al mattino ci aspetta il rientro in Italia, passeremo per
Basilea così avremo modo di visitare questa città. Beppe è sempre il primo ad
arrivare al pulmino anche perché è lui ad avere la chiave, ma siamo stati tutti
molto disciplinati. La pecora nera sono sempre io che ogni tanto sparisce per un
assaggio di vino, le vetrine non è che mi attirino tanto. Dopo un paio di ore di
viaggio raggiungiamo Basilea, prima tappa la Cattedrale, arriviamo nel bel mezzo
di un matrimonio. Dopo ci avviamo verso la Rathaus, palazzo pittoresco che
ospita il Municipio.
Lasciamo Basilea e sulla via del ritorno passiamo per
Liestal, pittoresche le pitture murali. Approfitto per comperare i sigari Krumme.
Si riparte così possiamo arrivare a Brescia per l'ora
di cena. Rispettato tutto il programma in più siamo stati anche a Baden-Baden. Arriviamo alle diciannove e trenta e ci concediamo un bel piatto di
pastasciutta alle vongole.
Al prossimo viaggio..................
Qui le notizie che abbiamo tirato giù da
internet e quello che pensavamo di vedere.
La bellezza della celebre Via dei Vini d'Alsazia, un itinerario mitico!
La Via dei Vini d'Alsazia, un tempo "via del vino", è stata inaugurata il 30
maggio 1953, su iniziativa dell'associazione dei viticoltori venditori diretti,
dei comitati del turismo dell'Alto Reno e del Basso Reno. Si snoda ai piedi del
Massiccio dei Vosgi. Percorrendone i sentieri viticoli segnalati, scoprirete
una delle ricchezze principali della nostra regione: i suoi vini sono noti in
tutto il mondo per il loro sapore unico. In una moltitudine di città e
cittadine, da nord a sud dell'Alsazia, su oltre 200 chilometri di percorso, vari
viticoltori propongono degustazioni in cantina.
A
Thann,
Rouffach,
Husseren,
Colmar o ancora a
Kaysersberg,
Ribeauvillé,
Andlau,
Barr e a Obernai, i grandi vini alsaziani sapranno convincervi. La qualità
di questi vini è garantita mediante tre denominazioni: l’A.O.C Alsace
(Denominazione di Origine Controllata Alsazia), l’A.O.C Alsace Grand Cru
(Denominazione di Origine Controllata Alsazia grandi vini) e l’A.O.C Crémant d’Alsace
(Denominazione di Origine Crémant d'Alsazia). Sono ben 51 i territori dedicati
alla produzione di vini classificati A.O.C.! I vini contrassegnati con la
dicitura "Vendanges Tardives" (vendemmie tardive) e prodotti con uve di Pinot
grigio, Gewurztraminer, Moscato o Riesling regalano aromi delicati e sottili in
abbondanza.
La Via dei Vini d'Alsazia è la più antica di Francia e attraversa innumerevoli
cittadine fiorite, tutte diverse ma ugualmente caratterizzate da un carisma
intramontabile e da un timbro esclusivo.
Castelli fortificati della Via dei Vini
I castelli dell'Alsazia settentrionale offrono una prospettiva nuova sulle
cittadine della Via dei Vini.
Approfittate dei sentieri pedonali che si snodano attorno al Saint-Ulrich, al
Girsberg e all'Haut-Ribeaupierre, a strapiombo su Ribeauvillé, venite a vedere i
Tre Castelli di Eguisheim, che dominano la pianura d'Alsazia, non perdetevi la
fortezza dell'Holhandsbourg sopra la cittadina di Colmar, dove si svolgono
numerose animazioni tutta l'estate, non dimenticate inoltre di visitare il
castello del Wineck, che veglia su Katzenthal o ancora le incredibili rovine
dell'"Œil de la sorcière" (l'occhio della strega) a Thann. Dal'alto di queste
vestigia medievali, potrete ammirare viste magnifiche sull'Alsazia...
I 7
vitigni alsaziani
Gewurztraminer, Riesling, Pinot grigio, Moscato, Sylvaner, Pinot bianco e infine
il Pinot nero (l'unico rosso fra i grandi bianchi d'Alsazia)... tanti nettari
dal più secco al più corposo, con i loro aromi fruttati così tipici, in una
bottiglia che si distingue chiaramente da tutte le altre!
I vini
A.O.C. (a denominazione di origine controllata) alsaziani, riportano
sull'etichetta il tipo di uva utilizzato per produrli e provengono al 100% dalle
uve indicate. Se non è indicato alcun tipo di uva, il vino in questione è
prodotto con una miscela di diverse uve e prende il nome di "Edelzwicker",
"Gentil" o magari il nome di un marchio. Possono essere riportate
sull'etichetta anche altre indicazioni geografiche supplementari: località,
comuni...
I vini
d'Alsazia (a parte il Crémant) sono sempre venduti nella classica bottiglia
"Vino del Reno", detta "flûte d’Alsace", riservata a queste specialità vinicole
a norma di legge. Dal 1972, l'imbottigliamento deve essere effettuato
obbligatoriamente nella regione di produzione.
I vini
A.O.C. d'Alsazia sono sottoposti a degustazioni preliminari all'autorizzazione,
sotto il controllo dell'Istituto Nazionale delle Denominazioni d'Origine.
L’A.O.C.
d'Alsazia rappresenta oggi il 74 % della produzione totale e, di questa
percentuale, il 92% è costituito da vini bianchi.
La cultura
locale alsaziana, ponte tra tradizioni tedesche e francesi, è fonte di
antichissime usanze e di una prelibata gastronomia che viene continuamente
valorizzata dalle iniziative culturali della città. Questa atmosfera serena,
elegante e open-minded incanta il visitatore in ogni stagione al pari della
bontà dei vini che si producono in Alsazia e che si possono gustare percorrendo
la "Strada dei Vini".
L’Alsazia è una grande regione vinicola. I suoi vini “DOC“ sono conosciuti per i
loro ceppi; ce ne sono sette: Gewurztraminer,
Moscato,
Pinot bianco, Tokay Pinot Grigio,
Pinot Nero,
Riesling e Sylvaner. Apprezzati in tutto il mondo, questi vini si
degustano all’aperitivo e accompagnano a meraviglia la
choucroute o il
pesce. Il genio della cucina alsaziana consiste nel saper adoperare gli
ingredienti più semplici (uova, patate, cavoli, ecc.) per creare veri e propri
capolavori. È una cucina di origine contadina "imborghesita" da creazioni
deliziose quali il foie gras, il
pâté in crosta e la
pasticceria, senza tradire la sua essenza. Choucroute, baeckeoffe, tarte flambée,
spaetzle, foie gras... le specialità tradizionali si degustano in particolare
nei winstubs, singolari taverne dall’atmosfera accogliente e
conviviale.
Strasburgo è rinomata per le sue tavole a quattro e cinque stelle, ma anche per
centinaia di ristoranti e birrerie aperti alle nuove tendenze e alle cucine
etniche. Inoltre, più della metà della birra consumata in Francia viene infatti
prodotta in Alsazia. I birrai alsaziani erano riuniti in corporazione già nel
1268! E oggi la loro passione per la birra è la stessa di allora. Qui di seguito
è riportato un glossario che vi aiuterà a conoscere meglio la gastronomia
strasburghese:
Le cittadine emblematiche della Via dei Vini
Ecco un panorama sulle cittadine più tipiche, in un mondo ancora intatto
di vicoli lastricati, fortificazioni, antiche corti, facciate colorate, colombages (le tipiche pareti a graticcio), finestre scolpite e balconi in
fiore... Ogni cittadina ha una personalità tutta propria!
Ribeauvillé
Ribeauvillé, ambientata fra vigneti, colline e castelli, offre un'atmosfera
medievale senza pari, al ritmo delle sue grandiose animazioni popolari, come il
Pfiffertaj, importante festa medievale che si tiene la prima domenica di
settembre.
Riquewihr
Riquewihr, classificato fra le "Più belle cittadine di Francia", si distingue
per le sue fortificazioni risalenti al 1291. Questa cittadina, con le sue viuzze
lastricate, non è praticamente cambiata dal Rinascimento. Alla Maison Hansi
(pseudonimo del celebre illustratore alsaziano), sono esposte le opere di J.J.
Waltz.
Hunawihr
Hunawihr, cittadina viticola classificata fra "le più belle cittadine di
Francia", che accoglie il Centro di Reintroduzione delle Cicogne, dove
scoprirete le abitudini di questo uccello emblematico che ama fare il nido in
cima ai campanili della regione.
Niedermorschwihr
Celebre per il suo campanile a spire, Niedermorschwihr ospita superbe case di
viticoltori del XVIII secolo, "colombages" (le tipiche abitazioni con le pareti
a graticcio), gelosamente custodite dalle vigne. La produzione locale di
confettura è famosa in tutto il mondo.
Kaysersberg
Kaysersberg, città natale del Premio Nobel Albert Schweitzer, ospita un
mercatino di Natale autentico... ogni anno, la città si illumina e si anima
attorno alla Chiesa e al ponte fortificato. È un altro aspetto indimenticabile
dell'Alsazia.
Turckheim
Turckheim,
che si trova in Alsazia, è un villaggio noto per i suoi vini Gewürztraminer,
cucina tradizionale alsaziana, e paesaggi mozzafiato circostante.
Turckheim è probabilmente più noto per la sua cinta muraria medievale che
circonda. Il muro ha tre porte, o portes: la porta Munster, che si apre nella
valle di Munster, la porta del Brand, che inizia la Route des Vins, e la porta
di Francia, attraverso il quale si trova la stazione ferroviaria e le strade di
Colmar . Questi tre portali aiutano a distinguere il paese dalla maggior parte
delle città alsaziane da conferendole un carattere unico.
Un'altra caratteristica interessante di Turckheim è il guardiano notturno. Il
Turckheim nativo tradizionalmente vestita, ammantato di nero e portando un
alabarda e lampada fa il giro alle ore 22.00 (22:00) ogni sera da maggio a
ottobre. Mentre si passeggia la città protetta, canta un certo numero di
favoriti alsaziani. The Watchman è spesso accompagnata da una folla di turisti
che cerca di unire nelle canzoni. Alcuni nuovi arrivati nella città sono stati
sorpresi di avere un apparentemente tranquilla serata interrotta da una folla di
carolers portato in giro da un Guardiano Notturno.
Che circonda il villaggio sono la splendida pedemontana dei Vosgi. Topping molti
di questi dolci e verdi colline sono antichi castelli e fortificazioni. Questi
sono tutti raggiungibili a piedi o in bicicletta. La città è anche incastonato
tra una serie di vigneti drammaticamente colorati, che producono le regioni
deliziosamente delizioso vino bianco.
cultura. Turckheim vanta una città particolarmente caratteristico e ben curato.
Pochi dei suoi primi edifici rinascimentali sono stati distrutti nelle numerose
guerre che hanno imperversato Alsazia e Mosella, quindi la destinazione è
popolare per i turisti interessati alla costruzione di stile alsaziano
caratterizzato da case a graticcio, varie colorazioni pastello a muro, e fiori.
In realtà, Turckheim è un ville Fleurie, il che significa che è considerata una
delle città più floribund in Francia.
Eguisheim
Classificata fra le "Più belle cittadine di Francia", Eguisheim ha ricevuto
diversi riconoscimenti per i suoi spazi fioriti. Città natale di Papa Leone IX,
si sviluppa a cerchi concentrici attorno al castello... e organizza una famosa
Festa dei viticoltori ogni ultimo week-end di agosto.
Rouffach
Rouffach si colloca nel cuore di un vigneto secolare e di un paesaggio
verdeggiante, a metà strada fra Colmar e Mulhouse. Sono numerose le occasioni
per trascorrere momenti gradevoli: le feste locali, la folkloristica Notte del
Turismo, la famosa Festa della Strega, ma anche il Festival Musicalta, che
invita a vivere la musica in un contesto rurale.
Guebwiller
Guebwiller, vicino a Thann e a Mulhouse, è sede di un vero e proprio gioiello
della storia: il convento dei Domenicani in Alta Alsazia. Questo ex convento
funge oggi da spettacolare contesto per vari concerti, in prossimità del Grand
Ballon, la vetta più alta dei Vosgi.
Thann
A Thann, porta meridionale della Via dei Vini, le passeggiate sulle banchine del
fiume Thur conducono ai bovindi, alle torri e alle fortificazioni del XIV e XV
secolo. La Collegiata di San Teobaldo, perla dell'architettura gotica, insieme
all'antica Halle aux blés (il mercato del grano), contribuisce al carattere
carismatico della cittadina.
Le winstub
La winstub
è l'oasi della gastronomia alsaziana. Figlia della taverna, spesso
caratterizzata da soffitti bassi e decorata con oggetti tipici della vita
quotidiana alsaziana, immersa in un atmosfera di luce soffusa, propone i piatti
e i vini tipici della regione in un contesto autentico.
L'arte di
abbinare le specialità e i vini d'Alsazia
La Via dei
Vini consente molteplici pause golose, salate o dolci, per degustare i ghiotti
piatti locali... . tarte flambée, fleischschnackas (tipico rotolo di pasta e
carne), baeckeoffe (stufato al forno di carne e verdure), choucroute, formaggio
munster, kougelhopf, bettelman (dolce di pane), torta di prugne, berawecka
(panforte), bredalas (dolcetti di Natale)... È l'occasione giusta per assaporare
i famosi abbinamenti fra i Vini d'Alsazia e le specialità locali!
·
Foie gras
e Pinot grigio
·
Munster e
Gewurztraminer
·
Choucroute
e Riesling
·
Kougelhopf
e Moscato
·
E tanti
altri tutti da scoprire...
·
I segreti
dei Vini d'Alsazia
Le colture
viticole alsaziane si collocano in un'eccellente posizione geografica, climatica
e geografica, per questo vi si producono vini tipici caratterizzati da aromi
apprezzati in tutto il mondo.
Al termine
della Prima Guerra Mondiale, i viticoltori alsaziani si sono impegnati in una
politica di qualità che ha garantito il successo dei vini d'Alsazia.
Bibeleskäs:
formaggio fresco contadino servito con patate saltate. C’è chi lo preferisce su
un letto d’aglio, di prezzemolo, di erba cipollina o di cipolla.
Bredele: dolcetti di Natale che annunciano la più magica delle
feste. Dato che l’innovazione qui è tradizione, questi biscotti hanno tante
forme e aromi quante sono le stelle del cielo.
Pretzel: salatino a forma di cuore simbolo dei panettieri fin
dal XIV secolo
Baeckeoffe: pasticcio di patate stufate nel vino bianco
alsaziano che associa tre tipi di carne: maiale, manzo e montone. Il Baeckeoffe
viene cotto in un piatto speciale sigillato da una pasta salata
Carpe (carpa): allevata negli stagni fin dal XII secolo, viene
degustata soprattutto secondo le ricette della cucina tradizione ebraica.
Choucroute: cavolo grattugiato e messo a salamoiare nelle
botti. Questo è il piatto forte della gastronomia alsaziana, basti pensare che
viene consumata in tutte le stagioni, nonché accompagnato da salumi o dal pesce.
Flammekueche o Tarte flambée: questo piatto rappresenta per
molti ristoranti l’unica scelta. E’ una pasta sottile ricoperta di crema acida,
cipolle e lardelli e servita su di un tagliere di legno. È una specie di pizza
che si divide fra i convitati e si mangia con le dita.
Fleischschneke (girello di carne): questo piatto viene
preparato mettendo della carne su uno strato di pasta che viene arrotolata,
tagliata e bollita nel brodo.
Foie gras: il pâté de foie gras d’oca è stato ideato dal cuoco
strasburghese Jean-Pierre Clause intorno al 1780, anche se il bel volatile è
stato introdotto in Alsazia dai Romani e dagli ebrei esperti nell’arte
dell’ingrassaggio e della conservazione del fegato, che avevano portato con sé
dopo la fuga dall’Egitto
Männele (omino): brioche a forma di omino preparate nel mese di
dicembre intorno alla festa di S. Nicola.
Munster: formaggio prodotto per la prima volta presso l’abbazia
di Munster intorno al 1339 circa. Il suo odore forte non ha niente a che vedere
con il sapore, delicato e gustoso. Il munster si gusta freddo o fuso sulle
patate.
Pâtes (pasta): per moltissimi anni si è creduto che gli
inventori della pasta fossero gli Alsaziani. Una cosa è certa, la pasta
alsaziana, ricca di uova, è unica al mondo.
Roïgebradeldi: pasto montanaro servito negli agriturismi dei
Vosgi. Sono patate cotte a fuoco lento con cipolle e lardelli
Tourte (pasticcio): La tourte vigneronne è uno dei piatti
serviti negli agriturismi. È fatta di carni marinate messe in una pasta sfoglia,
spesso con l’aggiunta di una goccia di Riesling.
Schnaps: acquavite che spesso conclude un buon pasto. Può
essere a base di fragole, lamponi, prugne, mirabelle, susine, ciliegie, pere o
gewurtztraminer.
Dopo alcuni cenni
della regione che andremo a visitare, ecco il nostro itinerario con partenza da
Brescia:
Brescia Frigovia Km
490 ca.
Frigovia
Friburgo in Brisgovia (in
tedesco Freiburg im Breisgau) è una
città extracircondariale (229.144 abitanti) della
Germania sud-occidentale, la quarta in ordine di grandezza del
Baden-Württemberg dopo
Stoccarda,
Mannheim e
Karlsruhe.
È situata nel sud del Baden-Württemberg, a circa 15 km dal confine con la
Francia e a 50 km dal confine con la
Svizzera. Sorge ai limiti di un'area di origine vulcanica e gode di un clima
particolarmente favorevole, le zone circostanti sono infatti note per la
produzione di vini.
Le città più vicine sono
Mulhouse,
Colmar e
Strasburgo in Francia e
Basilea e
Zurigo in Svizzera. Le città tedesche più vicine sono Karlsruhe (130 km) e
Stoccarda (200 km).
La popolazione attuale comprende i circa 30.000 studenti della
Albert-Ludwig-Universität e degli altri istituti di formazione presenti. La
numerosa popolazione studentesca influenza la vita culturale e sociale della
città, vi si trova infatti un elevato numero di locali pubblici, teatri, cinema
che insieme ai molti monumenti ne fanno una delle mete turistiche più visitate
in Germania.
Friburgo
si trova sul confine tra la
fossa
tettonica del Reno Superiore
(Oberrheingraben) e la
Foresta
Nera
(Schwarzwald). Infatti la
faglia,
la frattura, tra queste due zone geologiche passa proprio attraverso il
territorio urbano. I quartieri occidentali si trovano nella pianura, che fa
parte della valle del Reno, mentre i quartieri orientali posano sul pendio delle
colline della Foresta Nera. Nell’interno del territorio urbano troviamo a sud lo
Schauinsland,
che con i suoi 1.284 m è una delle vette più alte della Foresta Nera. La città è
attraversata dal fiume
Dreisam,
che nasce nella Foresta Nera e confluisce nel fiume
Elz,
che a sua volta confluisce nel Reno.
A ovest
della città, si eleva l'unica collina nell'interno della valle del Reno, il
Kaiserstuhl
che è una formazione geologica a sé stante, essendo di origine vulcanica.
La zona di
Friburgo e del Kaiserstuhl è la più calda e la più soleggiata della
Germania. Di questo sono testimoni il famoso vino del Kaiserstuhl e le
particolari flora e fauna, comprendenti specie solitamente presenti solo in
paesi più caldi (orchidee,
gigli,
lucertole,
mantidi
religiose).
Storia
Nell'anno
1091
i duchi di
Zähringen
costruirono un castello sullo Schlossberg. Nell'anno
1120
vennero riconosciuti al piccolo insediamento alle pendici dello Schlossberg
i
diritti di
mercato,
il mercato si espanse rapidamente grazie alla vicinanza di importanti strade
commerciali.
La
posizione geografica molto favorevole e la presenza di numerose miniere di
argento
nella Foresta Nera garantirono alla città un certo benessere e una rapida
crescita. Nel
1200,
sotto
Berthold V
di Zähringen
cominciò la costruzione della chiesa parrocchiale in stile
gotico,
il Münster di Friburgo.
Nel
1218
Berthold V, l'ultimo degli Zähringen morì. Fino al
1368
dominarono la città i conti di Urach. I cittadini di Friburgo si affrancarono
nel
1368
pagando la cifra di 15.000 marchi d'argento ottenuti in prestito dagli
Asburgo,
ma quando la città non fu in grado di restituire il prestito dovette
assoggettarsi al loro dominio.
Nel
1457
venne costruita dall'arciduca Albrecht VI l'università
che nel
1620
venne rilevata dai
Gesuiti,
dai quali fu gestita fino al
1773.
Nel
1507
alla città venne conferito il diritto di battere moneta. Nel
1520
venne redatto un nuovo statuto cittadino, che unì in modo equilibrato la
tradizione cittadina medievale e elementi di diritto romano.
Friburgo
si oppose alla
Riforma
protestante
e divenne quindi un'importante roccaforte cattolica nella regione dell'Alto
Reno.
Nel
1520
ospitò il vescovo di
Berna
e nello stesso periodo anche
Erasmo da
Rotterdam
soggiornò per alcuni anni nella città. Nel corso della
Guerra dei
trent'anni
la città passò ripetutamente dal dominio francese a quello austriaco, subendo
numerosi assedi da entrambe le parti. In seguito al
Trattato
di Campoformio
la città viene assegnata ad
Ercole III
d'Este
duca di
Modena
e
Reggio,
che rinunciò a prenderne possesso a causa del basso reddito cittadino. Nel
1805
Napoleone
Bonaparte
annesse Friburgo al neo costituito
Granducato
del Baden.
Nel
1827
Friburgo divenne capoluogo dell'arcivescovado del Baden e il Münster divenne
sede vescovile.
Nel corso
della
Seconda
guerra mondiale
la città subì danni rilevanti, il 27 novembre
1944
un pesante bombardamento rase al suolo l'intera parte settentrionale della città
vecchia e gran parte di quella occidentale. La città venne successivamente
ricostruita rispettando la planimetria originale anche se furono ricostruiti in
modo fedele solo gli edifici pubblici o di particolare valore storico.
Il santo
patrono di Friburgo è
San
Giorgio.
Su croce è incorporata nello stemma e nella bandiera della città. Le bandiere di
Friburgo e dell'Inghilterra
sono identiche.
Monumenti
e luoghi di interesse
La
Cattedrale di Friburgo, costruita tra la fine del XII secolo e il 1513
·
Il
monumento più notevole è indubbiamente la
cattedrale
(Münster), la sua pregevole torre campanaria in stile
gotico
puro, alta 116 m, è il simbolo della città. La torre è visitabile, ad altezza
intermedia sono situate le 19
campane
dal peso complessivo 27.240 kg
e tra di esse si trova una delle più antiche campane datate della Germania]
(la Hosanna-Glocke datata
1258).
Dalla sommità della torre si gode di un notevole panorama, a volte verso
occidente è visibile la
catena
montuosa
francese dei
Vosgi.
All'interno della cattedrale sono degne di nota le vetrate e l'altare, opera di
Hans
Baldung Grien,
nel
coro
si trova anche un altare minore opera di
Hans
Holbein il Giovane.
L'esterno della cattedrale, tuttora in restauro per rimediare ai danni dei
bombardamenti della seconda guerra mondiale, è decorato da un elevato numero di
doccioni.
Intorno alla cattedrale si svolge ogni mattina, fin dal
XVI secolo,
il pittoresco mercato della frutta e dei fiori.
·
Nella
piazza della cattedrale si trova il Historisches Kaufhaus, costruito nel
1532
era sede di attività commerciali e della
dogana.
·
Delle
antiche mura che circondavano la città rimangono due porte: la Schwabentor
(porta degli
Svevi),
risalente al Duecento, che si apriva su una delle vie commerciali più importanti
per la città; la "Martinstor", risalente alla stessa epoca. (A titolo di
curiosità: sotto la Martinstor si trova l'unico fast food della catena
McDonald's con l'insegna di colore diverso dal giallo standard). Oltre a queste
due porte più conosciute ne esiste una terza: la porta di Breisach ("Breisacher
Tor") l’edificio all’angolo tra la Rempartstraße e la Gartenstraße è l’unica
struttura di origine barocca risalente al periodo di occupazione francese a
partire dal 1677.
·
Il ristorante e hotel Zum Roten Bären è il più antico
albergo
in Germania,
la costruzione risale all'anno
1120
e l'attività di alloggio e ristorazione viene svolta in modo ininterrotto dal
XIV secolo.
·
Haus zum
Walfisch
(casa della balena): l'edificio risale al
1515
e fu costruito come buen retiro per l'imperatore
Massimiliano I.
Dal
1529
al
1531
vi soggiornò
Erasmo da
Rotterdam
dopo la sua fuga da
Basilea.
Nel
1944
l'edificio fu parzialmente distrutto da un incendio, dopo la ricostruzione è
divenuto sede di una banca.
·
Barbarastollen,
museo sotterraneo che raccoglie miglia di microfilm sui beni artistici
conservati nei musei tedeschi.
Neuf Brisach
Lavoro iniziato nel 1698, su progetto da Vauban, ingegnere militare al servizio
di Luigi XIV. Vauban è morto nel 1707 e questo, il suo ultimo lavoro, è stato
completato da Louis de Cormontaigne. disposizione della città era quello di una
'città ideale', come era popolare in quel momento, con un modello di strada
griglia quadrata regolare all'interno di una ottagonale fortificazione. Ampio
spazio è stato dato a una piazza centrale di tutti i quattro blocchi al centro,
affiancata da una chiesa imponente. I singoli blocchi sono stati offerti per lo
sviluppo privato, sia come case benestanti nei giardini privati, o come
proprietà in affitto commerciale. Alloggiamento più semplice è stato fornito in
blocchi di case popolari a lungo, costruito all'interno di ogni cortina, che ha
avuto anche l'effetto di schermatura delle case migliori dal rischio di
cannonate. L'accesso è stato fornito da accessi di grandi dimensioni nelle
principali quattro facciate continue.
Le fortificazioni sono l'ultima opera di Vauban e il culmine della sua 'terzo
settore'. Ci sono due linee di difesa, un interno cinta de Sûreté, la parete
bastione intorno alla città, ed una esterna cinta de combat, un sistema di
concentrico movimenti di terra a forma di stella. La facciata continua è
sostanzialmente ottagonale, con ogni fianco separato approssimativamente in tre
e il bastione esterno sporgente leggermente, così da affiancare al centro delle
pareti. Ogni angolo ha avuto un rilievo sporgenti verso l'esterno torre bastione
pentagonale, i punti più alti del sistema. I terrapieni esterni erano profonde e
occupato una superficie maggiore della città stessa. Le pareti interne erano
circondati da tenailles prima che i centri delle facciate continue e
controguardie prima dei bastioni. Di fronte al centro di ogni faccia telo era
una grande rivellino tetraedrica, quelli davanti dei gateway anche essere
sormontati da una reduit sul retro. Al di fuori di tutti questi movimenti di
terra era un modo coperto.La città ha subito danni nella seconda guerra
mondiale, ma rappresenta ancora un esempio molto chiaro delle ultime opere di
fortificazione, all'inizio del XVIII secolo. Nel 2008, la nuova città di
Neuf-Brisach è stato elencato come un patrimonio mondiale dell'UNESCO,
nell'ambito delle "Fortificazioni di Vauban" gruppo.
Eguisheim
Eguisheim deriva dal nome latino Egino o Hegino. Il nome proprio o Egeno Egino
era molto comune nei vecchi titoli è un Egino, un discendente del duca Aldarico.
Come il suffisso-heim, è un vecchio lessema tedesco che significa "casa, dimora"
e "villaggio" per estensione. Questo suffisso è aumentato drammaticamente, non
solo in Alsazia, ma anche in Germania. Leggermente alterato in fiammingo-orlo
nella sua forma, si trova in Belgio e Nord-Pas-de-Calais. E 'successo anche in
Gran Bretagna nella forma-prosciutto. Si noti che è stato è stato inserito
l'ortografia originale "Egisheim" la lettera G per "vestire" il nome del luogo
di françaisenotes 1, quindi è un semplice editing causando francisation
fonetica.
Il territorio abitato sin dal paleolitico. Numerosi reperti archeologici
rinvenuti presso il sito nel 1865 mostrano che Eguisheim stata occupata fin dal
periodo Paleolitico. Il primo insediamento nella regione può essere attribuito
al Cro-Magnon. Più tardi, altre persone sono venute a stabilirsi nella regione,
portando la loro civiltà e costumi, come molti sembrano testimoniare le tombe
scoperte nel secolo scorso. Dopo i Celti della tribù Séquanes, i romani eressero
un campo all'ingresso del paese e sviluppare la cultura della vite. La presenza
romana in scena è evidenziato da una tegola trovata nel 1900, ai piedi del colle
Schlossberg, segnata Prima Legio Martia, un battaglione di legionari guidato
dall'imperatore Diocleziano (284-305).
I duchi e conti di Alsazia. Il tempo dei Merovingi, l'Alsazia è stata governata
dai duchi. Il primo duca Etichon (o Aldarico o Attico) è il più noto di loro.
Memoria alsaziano designa come il padre di Saint Odile (VII secolo). Pipino ha
concluso la sovranità della dinastia nel 754, ma è rimasto tollerato per un po
'al tempo di Carlo Magno.
Dopo questa prima giornata due notti di sosta a Colmar.
Secondo giorno
Colmar
Colmar si trova ai piedi del massiccio dei
Vosgi. È la terza città dell'Alsazia e la seconda del dipartimento dell'Alto
Reno, dopo
Mulhouse.
Colmar, benché situata in una zona di clima semi-continentale (come il resto
dell'Alsazia, della
Lorena e della
Franca Contea) è la città più secca di Francia. La media delle
precipitazioni è di 53 cm (530 mm) all'anno, anche se va notato che spesso viene
registrata una piovosità superiore. In effetti, alcuni dati si basano sulle
cifre fornite da Météo-France, che sono in realtà quelle rilevate alla base
aerea di Colmar-Meyenheim, distante una ventina di chilometri e soprattutto
situata ai piedi dei Vosgi. Questo fenomeno si deve al fatto che Colmar è
situata ai piedi della parte più alta dei Vosgi: le nuvole, bloccate dalle
creste dei monti, riversano la maggior parte della loro acqua sul versante della
Lorena, lasciando Colmar a secco.
Colmar (dal latino columbarium), antica città libera del
Sacro Romano Impero, figura tra le dieci città della
Decapoli d'Alsazia. Divenne francese nel
1648 a seguito del
Trattato di Vestfalia. Nel
1789, contava 11.000 abitanti.
Dopo l'annessione all'Impero
tedesco, successiva al
Trattato di Francoforte (10
maggio
1871), divenne il capoluogo del distretto dell'Alta
Alsazia, all'interno del Reichsland dell'Alsazia-Lorena,
e rimase tale fino alla firma del
Trattato di Versailles (28
giugno
1919) che mise fine alla
I guerra mondiale.
Colmar rimase francese fino al
1940, con l'annessione dell'Alsazia al
Terzo Reich durante la
II guerra mondiale. Il
2 febbraio
1945, Colmar fu l'ultima città alsaziana ad essere liberata dall'occupazione
tedesca, dopo una lunga resistenza della sacca di Colmar.
Da visitare il pittoresco quartiere della piccola Venezia, con le sue
costruzioni a bordo dell'acqua.
A Colmar si trova, all'interno del monastero delle domenicane, il
Musée d'Unterlinden, che ospita tra gli altri un tesoro dell'arte religiosa
occidentale, la pala di Issenheim di
Mathias Grünewald (notissima la Resurrezione, nei pannelli centrali dell'Altare
di Isenheim), oltre ad un insieme eccezionale di dipinti di pittori renani
(Hans Stock,
Martin Schongauer,
Lucas Cranach il Vecchio,
Hans Holbein il Vecchio).
Nel 2004 è stata costruita una replica della Statua della Libertà, alta 12
metri, posta all'entrata settentrionale della città, dato che
Auguste Bartholdi lo scultore che la progettò era originario di Colmar.
Colmar presenta la cucina tipica dell'Alsazia (che in proporzione agli
abitanti possiede la maggiore presenza in Francia di ristoranti con 5 stelle),
fortemente influenzata dalla vicinissima Germania e naturalmente dalla presente
Francia.
Qui troviamo le tipiche e tradizionali pietanze come le Choucroute
conosciute anche con il nome di Sauerkraut che si riferiscono sia ai
piatti che ai vegetali usati nelle grigliate, oppure la Tarte Flambe composta da
aglio, bacon e panna, il Coq au Riesling (pollo affogato nell'ottimo vino
dell'Alsazia), il Baeckoffe, un bollito di carne e patate marinate nel vino
bianco, e ancora il Bibeleskäs, un ottimo formaggio bianco usato nelle patate
fritte o il Formaggio Munster, lo Kassler l'eccellente maiale
arrosto, gli Spätzle gli spaghetti tipici dell'Alsazia.
Da non perdere inoltre lo Grumbeerekiechle, una torta di patate e lo
Kougelhopf composto da una pasta dolce e in genere usato durante la
colazione o il Tè pomeridiano.
Ville
ancienne :
L'opinione di Michelin
Il cuore
della città vecchia comprende Place de l'Ancienne Douane, rue des Marchands e
rue Mercière . Qui abbondano le antiche e pittoresche abitazioni a graticcio
alsaziane, con i loro balconi fioriti, le torrette ad angolo e le finestre a
logge sporgenti. Da vedere, in particolare, la maison Pfister e l'Ancienne
Douane (o Koifhus). Da segnalare anche la collégiale Saint-Martin
e la chiesa dei Domenicani, che conserva il celebre dipinto della Vierge au
buisson de roses.
Colmar è la capitale del
vino in Alsazia, con i suoi favolosi e tipici vigneti ci regala splendidi e
eccellenti vini e qui ricordiamo in particolare il fresco Pinot bianco, il
leggero Chasselas, i superiori Moscati e il regale Gewurztraminer.
I tipici piatti
dell'Alsazia, la "tart flambee", una sottilissima sfoglia di pasta di pane
farcita con una salsina bianca (formaggio??), pancetta e cipolle, la "choucrote"
piatto a base di wusterl, salsiccia, pancetta ed altre carni di maiale
accompagnato da crauti, e la Backeoffe,
costituita da carne di agnello, manzo e
maiale cotte al forno con vino, cipolle e patate.
Alsazia,
sulla Strada dei Vini dell’Alto Reno, tra
allegre degustazioni e piatti pantagruelici della cucina locale. I ricchi piatti
alsaziani, dalla tarte flambée alla choucroute,
passando per il nobile foie gras.
Se siete di passaggio per
questa graziosa cittadina, proprio al centro della Strada dei Vini, andate a
mangiare al
Comptoir de Georges, sancta sanctorum
della cucina di carne della zona. Durante il giorno, infatti, è una macelleria
che serve i ristoranti di Colmar, per trasformarsi di sera, in una
graziosa brasserie con vista sul fiume Lauch,
nel cuore del quartiere Petite Venise. Che poi, detto tra noi,
un piccolissimo fiumiciattolo trasformi un quartiere nella Piccola Venezia, la
dice lunga sulla straordinaria capacità di fare marketing dei francesi. I
navigli di Milano, allora, potrebbero sembrare i fiordi!!!!
è l’utilizzo del
Munster, il formaggio molle a crosta lavata, prodotto per la prima
volta presso l’abbazia di Munster intorno al 1339 circa. Il suo
odore è deciso, forte, così come lo è al palato con in più una
splendida cremosità.
Colmar è
una bella e caratteristica cittadina. Da vedere la zona centrale con le belle
case a graticcio e la Petit Venice con le case affacciate al fiume e dove si può
godere 2 romanticissimi scorci sull'acqua.Facciamo il giro del centro storico
con il trenino turistico (5,50 €) e poi lo stesso percorso a piedi (1,5 ore). Da
vedere la cattedrale, la meson des Tetes e la meson Pfister, due belle e antiche
abitazioni del 1500.Proseguiamo in autostrada, che qui è gratuita, fino ad
Obernay è un piccolo graziosissimo paese ovviamente caratterizzato dalle tipiche
case a graticcio! Da vedere la piazza e le vie che la raggiungono.Anche qui si
può visitare il centro storico con il trenino o con una grossa chiatta scoperta
che percorre i canali dell' Ill. (circa 8 € per adulto). La zona più
caratteristica della città è la petit France, il vecchio quartiere,
caratterizzato dalle colorate case a graticcio costruite sul fiume. Molto
caratteristici i ristoranti con veranda sui canali, il sistema di chiuse che
permette di portare l'acqua allo stesso livello rendendo navigabile il fiume ed
il ponte girevole che si apre al passaggio delle barche! Non lontano si trova la
bella cattedrale in stile gotico all'interno della quale l'orologio astronomico,
allo scoccare delle 12;30, mette in moto un meccanismo che vede gli apostoli
sfilare davanti a Gesù. Nella piazza della cattedrale, casa Kammerzel, antica
ricca casa del 1500 che oggi ospita un ristorante. La classica giostra del 1900
con i cavalli che salgono e scendono.
Museo di
Unterlinden:
L'opinione di Michelin
1
r. d'Unterlinden F - 68000 Colmar
Il museo è
stato istituito nel 1849, in un antico convento risalente al XIII sec. Le grandi
opere dell'arte renana ivi esposte rendono assolutamente necessaria la visita.
Nel chiostro in arenaria rosa dei Vosgi, eretto nel XIII sec., potrete scoprire
dipinti e sculture provenienti, per la maggior parte, da edifici religiosi della
regione. I primitivi renanisono rappresentati da Holbein l'Ancien,
Cranach l'Ancien, Gaspard Isermann e dalle incisioni su rame di Martin
Schonagauer. Il piatto forte della visita è senza dubbio costituito dal
favoloso polittico di Issenheim, eseguito intorna al 1500-1515 da
Grünewald per la cappella del convento degli Antonites di Issenheim, i cui
monaci erano specializzati nella cura del fuoco di Sant'Antonio. La scelta dei
temi e della loro relazione reciproca, l'atteggiamento e l'espressione delle
figure, il significato simbolico di animali e mostri e l'uso del colore, tutto
contribuisce all'effetto globale, che raggiunge il suo apice nel riquadro
centrale del polittico, la straziante Crocifissione. Tuttavia, non sono da
dimenticare le opere di Schongauer e del suo gruppo (il retablo della
Passione, in 24 pannelli), conservati nella medesima cappella delle opere di
Grünewald. Al primo piano, una ricostruzione della storia di Colmar e oggetti
alsaziani e, nelle cantine, opere di pittori del XX sec. del calibro di Renoir,
Rouault, Picasso, Vieira da Silva, Nicolas De Staël o Poliakoff.
Dopo la visita di
Colmar è previsto la visita delle seguenti località turistiche:
le distanze in km sono da
Colmar
8,5 Km
68338
Turckheim paese dai tetti antichi e nidi di cicogna –
9 Km
68240 Kaysersberg è un gioiello di rara bellezza incastonato tra i vitigni, a
820m altitudine
9 Km 68340 Riquewihr Le viuzze, le mura e le vecchie case, intatte, hanno
conservato il loro splendore del XVI sec
5 Km
68150 Hunawihr il parco delle Cicogne e la serra delle farfalle
3 Km 68150 Ribeauvillé (1*) famosa per il vino riesling da vedere Grand'Rue
16 Km rientro a
Colmar
Terzo giorno
Partenza per Strasburgo lungo la
strada ci fermeremo a:
23 Km 67600
Orschwiller visita castello dell’Haut-Koenigsbourg (2*)
8 Km
67600- Sélestat(1*) da vedere Église Ste-Foy antico priorato benedettino. Église
St-Georges
10 Km 67600
Ebersmunster chiesa di San Maurizio la più bella chiesa barocca di Francia-
22 Km 67210 Obernai
2* borgo delizioso, ai piedi del monte Ste-Odile e protetto da antiche mura
8 km
67530 Ottrott monastero di Mont Sainte-Odile
6 Km
67560 Rosheim custodisce una chiesa romanica, del XII secolo dedicata a San
Pietro e Paolo
30 km 67550
Strasburgo
Église
Ste-Foy
La
costruzione della chiesa (XI secolo-XII secolo)
Un primo edificio dedicato al Santo Sepolcro è costruita intorno 1087. La
cripta, così come alcuni intagliato riutilizzato riflettono questa chiesa
primitiva. Il nipote di Papa Leone IX Alsazia, conte Ugo di Eguisheim è stato
assassinato nel 1089 nella stessa stanza del vescovo Ottone di Hohenstaufen, che
è stato invitato come segno di riconciliazione dopo un conflitto che si era
opposto. L'assassino è il maggiordomo del vescovo. Il prelato era probabilmente
nulla, ma il Papa, che lo conosceva come un avversario nella lotta per le
investiture, la pena come se fosse colpevole. La leggenda vuole che la madre
Hildegard, la cui ascendenza è alsaziana, fu sopraffatto dal rimorso da questi
crimes2. Lei ha deciso nel 1094 di fare una donazione ai benedettini, la sua
terre Selestat. Ha scelto i monaci dell'Abbazia di Sainte-Foy de Conques,
Rouergue, probabilmente a seguito di un pellegrinaggio fatto a San Giacomo di
Compostela. La proprietà dell'abbazia torna a Berta, figlia di Ludovico il
Germanico e la badessa di Felix e Regula, Zurigo, in conformità con un atto di
Lotario II nel 869 stabilito.
Una chiesa convento fu costruito tra il 1152 e il 1190, grazie alle donazioni di
Federico Barbarossa. Questo è anche lo stesso benefattore tempo di Mont
Sainte-Odile, dove si nomina e abbesses Relendes Herrande e intorno al
monastero, con una cintura di castelli, prima di partire per la crociata, che
sarà fatale2 lui. Il nuovo edificio, costruito a pianta basilicale con transetto
poco marcato, ha uno stile che è più vicino a Lorena e realizzazioni Borgogna
romanica di Reno. Benedettino guardia del santuario fino all'inizio del XV
secolo e l'ultimo precedente, Raimond di Romiguière, anche Sélestat nel 1424. Il
vescovato di Strasburgo, che è la chiesa e convento di carica nel 1615 mette a
disposizione dei Gesuiti. Hanno poi impegnarsi trasformazioni stile barocco in
voga al momento. Solo la prima finestra a destra e uno sopra il portale nord
sono originali. La torre ottagonale sopra il transetto sfugge anche le
revisioni. La Torre Nord è ampolloso e forum, realizzati dallo scultore Stéphane
Exstel sono aggiunti nel 1616-1617. Una scuola è stata costruita tra il 1742 e
il 1745 e gli edifici del priorato sono stati sostituiti nel 1688, prima di
subire un nuovo restauro 1753-1757. Fratel Jean Anderjoch, falegname, è
responsabile per la ricostruzione, durante la quale probabilmente ha ispirato i
piani del Gallay architetto.
La città dà gli edifici dopo la partenza dei gesuiti nel 1765 agli ufficiali
della casa. Essi sono stati completati nel 1769 su progetto dell'architetto
Gouget da nuovi edifici denominati il padiglione. Gli edifici sono destinati
per l'educazione e il trattamento dopo il 1874, e nel 1882, alla fine nord
dell'ala ovest è distrutto. La chiesa è oggetto di un restauro da parte
dell'architetto Charles Winkler, tra il 1889 e il 1893. La torre nord si abbassa
e la Torre Sud è un alto livello in più, con l'aggiunta di un diamante a forma
di frecce con neoromanico timpano. I tribuni della navata vengono rimossi e un
nuovo tetto è messo sulla navata centrale e le navate laterali. Néoromanes le
sculture sono installate all'interno e all'esterno, da Emile Sichler e P. Gachon.
Alcune torri capitelli e due leoni del portico vengono sostituite, il vecchio è
conservato nel museo di Colmar.
Portali
Il tiburio della chiesa di Sainte-Foy.
Il portale principale della chiesa, risalente alla seconda metà del XII secolo,
conserva tutte le sue originali sculture. Le foglie e le decorazioni in legno,
dipinte sul timpano, sono realizzate secondo il progetto, datato 1890
dall'architetto Charles Winkler. Atlantidei accovacciati sono rappresentate nei
rilievi, così come gli angeli, serpenti, mostri alati e una testa di leone sui
capitelli. Il Giudizio e Tetramorfo decorano il timpano, e palme nane sui rulli.
Colonne porta romanica del Nord, cuscinetti e volute scolpite, risalente alla
seconda metà del XII secolo. Il timpano, decorata con una fuga in Egitto, è
scolpita nel 1847 da Emile Sichler. I capitelli sono decorati con draghi alati e
interlacciamento. Una vecchia porta gotico, forse risalente alla fine del XIV
secolo, un tempo dava accesso dal chiostro del convento nella navata della
chiesa. Probabilmente murata dopo la demolizione del chiostro dai Gesuiti, i
loro importi sono probabilmente ricostruiti alla fine del XIX secolo. Un maiale
e un'aquila sono rappresentate nel ogivale sulla sinistra e un cane sotto l'arco
sul lato destro.
Tendoni
Scalpellini capitali responsabili delle colonne provenienti da Saint-Die, un
monastero della Chiesa primitiva irlandese, con un'impronta forte simboli
celtici liturgia. Responsabile decorazioni romanzi chiese di Saint-Die, vi è una
forte somiglianza tra l'impostazione dei loro capitali e quelle riprodotte nel
manoscritto di Kells-Iona2. Capitelli a foglie d'acanto, probabilmente, dal
palazzo dei primi del secolo XI, vengono riutilizzati durante la ricostruzione
del XII secolo.
Néoromans capitelli delle batterie deboli navata sono creati dall'architetto
Winkler, durante il restauro della navata nel 1891, e probabilmente scolpite da
Gachon. Sono sul lato sud l'architetto, scultore e imprenditore (W. Meusburger)
i cui nomi compaiono nelle classifiche e sul lato nord, le armi e gli emblemi
dei leader politici (Clovis e Maximilian von Hohenlohe di Putkammer), religioso
(sacerdote Mury e coadiutore vescovi Strumpf e Fritzen) e il tempo di
somministrazione (Sindaco Spies), integrati con iscrizioni commemorative in
latino, che si trova al di sopra dei capitelli.
Arredi interni
Statue
La chiesa ha diverse statue, eseguite tra il XVII e il XIX secolo. Una statua
monumentale raffigura S. Ignazio di Loyola schiacciamento eresia. Proviene dal
cancello principale del Collegio dei Gesuiti, costruito nel 1688-1689, nella
parte occidentale dei vecchi edifici priorato, ed era in una grande nicchia
superando la porta, tra un doppio colonnato. La mano sinistra del santo, e la
parte inferiore del viso e il braccio destro di eresia scomparve. Una statua di
San Giovanni Nepomuceno, arenaria scolpita, risale al XVIII secolo.
L'antica statua nel corteo che rappresenta Cristo, il tempo dei Gesuiti, sembra
risalire al primo quarto del XVIII secolo. L'avambraccio destro della statua
scomparve. Una statua della Vergine della Misericordia, in legno policromo,
risale al XVIII secolo. Una statua di San Foy è offerto nel 1871 da padre Joseph
Mury, autore del restauro della chiesa e la rinascita della devozione a S. Foy.
Legno policromo, porta l'iscrizione sulla base di: Donadedit J.Murii parochia
1871.
Rilievi scolpiti
Altari
I piani per un insieme di due altari altari dedicati alla Vergine Maria e Santa
Croce, così come santi gesuiti - soprattutto a San Francesco Saverio - è fornito
dal gesuita Padre Ignatius Sainct-Lô durante il secondo quarto del XVIII secolo.
Le sculture sono realizzate 1728-1730 di Johann Leonard Meyer3, lasciando la sua
firma e la data di esecuzione, inciso sul retro di una statua e di sollievo.
Altari e pale d'altare sono stati rimossi nel 1892, quando il grande restauro
della chiesa. La statua di Cristo sulla Croce e il rilievo di San Francesco
Saverio, che è morto, sono conservate nella chiesa e la Vergine con il Bambino è
attualmente in mostra nella chiesa di Saint-Georges. Lo studente è tenuto a
Badischelandes Museo di Karlsruhe, il bambino indiano è scomparso e le altre
statue sono conservate nella Biblioteca umanistica da Colmar.
Questi diritti altari, con gradinate in scantinati stracolmi. L'altare aveva
quattro colonne corinzie, trabeazioni e frontoni interrotto tappi curve e
piegato. L'altare della Vergine Maria aveva una statua della Vergine con il
Bambino in piedi, San Luigi Gonzaga e studente in ginocchio Santi Stanislao
Kostka e Giovanni Berchmans in piedi e quattro angeli sul incoronazione.
L'altare della Santa Croce ha rappresentato Cristo in croce, tra san Francesco
Saverio e di un bambino indiano in ginocchio santi Francesco Borgia e Ignazio in
piedi, san Francesco Saverio, sul letto di morte nella mensa dell'altare e lo
stesso quattro angeli di incoronazione. Cristo sulla croce dall'altare di Santa
Croce si trova un po 'di tempo fuori dopo il 1892 alla porta murata Sud navata,
e nel portico della chiesa.
Pulpito
Il pulpito, in legno policromo, è realizzato nel 1733, secondo l'iconografia del
gesuita Padre Ignazio Sainct Lo, ma lo scultore non è nota. Il Tetramorfo è
rappresentato nel serbatoio - con il nome degli Evangelisti scritti su filatteri
- e dei Padri della Chiesa nei suoi angoli (tre statuette vengono rubati, due
durante l'ultima guerra e nel 1970, l'ultimo è conservato presso la canonica ).
Allegorie dei quattro continenti decorano la tavola armonica e un palco con il
beato Pietro Canisio istruendo S. Luigi Gonzaga è la porta che dà accesso alla
scala. Molte scene raffigurano la vita di San Francesco Saverio. Sulla
ringhiera, il santo ha un battezzato sulla spalla, fuori fuoco e battezzare i
bambini. Sul serbatoio, offre un demone posseduto, presenta il Vangelo a un capo
indiano, predicando al popolo dell'India e di nome dei poveri. Sul retro, accade
in India e adorato la croce prima di due indiani. Il pulpito è un monumento
nazionale dal 18 aprile 1974, in quanto applicabili.
Il piede e scanalate ciotola fonte battesimale anche sembrano risalgono al XVIII
secolo, ma la base e il coperchio sono moderne.
Organi
Galleria d'organo
In primo organo, risalente al XVII secolo, è stata ceduta alla Chiesa di
Marckolsheim nel 1698. Un secondo strumento è costruito nello stesso anno dal
fratello Lai Ebersmunster4. Un terzo organo, apparso nel 1758, scomparso durante
la rivoluzione. Fratello Roos, organista, gioca le danze e minuetti francesi, da
lui sostenute l'ira di suo pubblico nel 1761. Un quarto strumento, il lavoro di
Giuseppe e François Rabiny Callinet è installata nel 1808. Callinet sostituire i
fratelli nel 1843 da un organo molto importante probabilmente perché con tre
tastiere e quarantasei giochi, è quasi pari a quello di Masevaux.
Un organo meccanico, con 20-4 giochi oltre due manuali e pedale, installati nel
1892 da Martin Rinckenbach. Si svolge in un edificio neo-gotico quercia buffet,
diretto da Klem officina Colmar secondo il progetto dell'architetto Charles
Winkler. Incoronazioni, molto particolare, vengono arrotondati archi e cinque
statuette di angeli dividono torrette gran buffet. Lo strumento è pneumatizzato
nel 1910-1911 da Giuseppe Rinckenbach, figlio di Martin, come in Cernay e
Thann5. Le autorità tedesche hanno ordinato la requisizione delle canne di
facciata nel mese di aprile 1917. Le riparazioni vengono effettuate nel 1922 da
Roethinger, sostituendo l'orologio, e nel 1938 con l'installazione di un relè
pneumatico. Tirando record è elettrificata da Georges Schwenkedel nel 1952-1953,
che cambia anche alcuni giochi. Suo figlio Curt svolge un lavoro nel 1967 e
Guerriero di riparazione dello strumento nel 1977. Questo organo è ora
silenzioso, dopo l'installazione di un organo elettronico anziché sulla console.
Coro organo
La galleria d'organo Rinckenbach non più utilizzato a partire dal 2001, quando
la parrocchia intende immettere nel coro del vecchio organo casa-ospedale
pensionamento Saint-Quirin, restaurato nel 2002 da Richard Dott6. L'edificio
occupato da l'ospedale da Colmar era l'antico convento domenicano del Sylo,
avendo preso rifugio nel 1254 dopo un incendio al loro convento. Un organo è
stato installato lì nel 1701 dal fratello Lai Ebersmunster, proprio come la
Chiesa di San Foy. Questo strumento ha dato modo nel 1750 di un organo di Johann
Andreas Silbermann, conservata oggi in Sundhouse, a seguito di una mossa fatta
da Joseph Bergäntzel nel 1793.
L'edificio è diventato il St. Quirin ospedale nel 1796 e ufficialmente nel 1807.
Un harmonium è stato acquistato nel 1860 per la cappella, ma nel 1877,
l'ospedale riceve un lascito di uno dei suoi ex residenti, signor Thouvenin, a
condizione che una parte del denaro utilizzato per costruire un organo per la
cappella. Lo strumento è controllato a un fattore locale, Matthaeus Moessmer,
egli è probabilmente l'unico nuovo organo che construisit7 Completato nel 1880,
lo strumento è stato progettato per essere collocato nello stand, ha una console
separata e laterale. La casa Martin Rinckenbach Ammerschwihr fornisce
probabilmente il tubo e mantiene lo strumento dopo 1883. Franz Kriess esegue una
trasformazione nel 1909. Le autorità tedesche hanno ordinato la requisizione
delle canne di facciata marzo 1917 e saranno sostituiti nel 1929 da tubi di
zinco Kriess.
La chiesa di Sainte-Foy nel 1902.
Il Saint-Quirin non più adibita al culto, ospizi da Colmar donate nel 2000,
l'organo - in cattive condizioni - la sagrestia della parrocchia di San Giorgio
e San Foy. Entrambe le chiese sembrano avere argomenti per installare l'organo:
Sainte-Foy presenta prospettiva libertà di spazio, mentre St. Georges è
preferito per considerazioni estetiche. Ma l'incidente che ha reso
inutilizzabili organo di Sainte-Foy ha deciso di sostituire il parroco, in
attesa di riparazione, l'organo, restaurato la casa di Saint-Quirin. Dott.
Richard, responsabile per il lavoro svolto, mentre la costruzione di un alloggio
di una finestra anteriore della console di base e nuove meccaniche di inserire
Moessmer l'organo nel coro. Il buffet, il rendering a colori è conservato, così
come la maggior parte della Moessmer tubazioni. Una nuova facciata, di stagno,
sostituisce i tubi intermedi 1929. A nove piedi materasso e fornendo tre file
sono installati. Il nuovo organo è stato inaugurato il 27 settembre 2002 e si
aspetta di vincere la chiesa gotica di San Giorgio, dove l'arredamento gotico
dare di più.
Colorato
Monumenti funerari
La chiesa contiene numerosi monumenti risalenti al Medioevo al XIX secolo. La
più antica, una lapide in pietra arenaria rosa con due ECU illeggibili a
castello, risale alla metà del Medioevo. Una lapide spezzata di arenaria gialla
Diellss sacerdote Jean-Baptiste, che morì nel 1784 all'età di 52 anni frammento
ha un epitaffio inciso in latino. Un monumento gotico, attaccato al muro è
composto da coniugi Sichler Ignazio e Anne Catherine Vallastre. Probabilmente
scolpito nel 1830, è dedicato al parroco, François Antoine Schaal, morto 24
dicembre 1829. Giallo arenaria rossa, ha un epitaffio in tedesco e un
bassorilievo, raffigurante Cristo che benedice i bambini.
Sagrestia
I mobili sacrestia, rovere, viene controllato dai Gesuiti nel 1751. Di foglie
adornano il frontone e gesuiti armi sono riportati sulla fascia centrale
superiore con una grande croce con Cristo. Una testa corvo scolpito di un uomo,
risalente alla seconda metà del XII secolo, viene riutilizzato in sacrestia,
costruita durante il restauro della fine del XIX secolo.
Goldsmith
Due tazze in argento, risalenti alla seconda metà del XVIII secolo, sono
conservate nella chiesa. Decorato con motivi di roccia, che sono il segno
distintivo di Strasburgo sul piede quadrato. Un terzo calice in argento dorato,
decorato con ghirlande di uva, rose e grano, è il segno distintivo di
Jacques-Henri Alberti, con sede a Strasburgo, e la lettera-data 1779. Un gruppo
formato da un calice e un vassoio con ampolle è conservata nella sua scatola
originale. Realizzato da Picard, è fatta dal argentiere François Hubert Martin,
attivo a Parigi tra il 1830 e il 1862. Il segno distintivo, FHM, è visibile
nella sezione, il falso taglio, il piede del calice, ma è illeggibile sulle
ampolle e vassoio. Nella casella, gli stati etichetta: ". Bronze & Silver per le
chiese, Picard, rue de Sèvres, 8, Parigi" Un calice e la patena sono realizzati
da Eugene Braun di Strasburgo, nel corso del quarto trimestre del diciannovesimo
secolo. Rame dorato e smalti, sono offerti dai loro parrocchiani parroco JM Mury,
probabilmente nel 1895, per celebrare i suoi 50 anni di sacerdozio. Raffigurante
la Vergine Maria, San Giuseppe, Cristo e San Foy, il calice è inscritto: Parocho
Nostro JM MURY 17 Maggio 1845 to 1895.
Collegio dei Gesuiti
I gesuiti installati Sélestat dal 1615, ha aperto una scuola nel 1621, la
richiesta di un terreno edificabile al magistrato. Si cerca di resistere,
nonostante l'insistenza dell'arciduca Leopoldo, protettore dei Gesuiti. Il
giudice ha acquistato due case nel 1623 e sta distruggendo la cappella, dedicata
a San Giovanni Battista, di sviluppare una posizione cortile. Un edificio
scolastico è stato costruito nel 1687 e, nel 1731, i Gesuiti vogliono costruire
una scuola più grande. Chiedono autorizzazione del commissario, che rifiuta, ma
una nuova domanda è stata accettata nel 1737. Design e specifiche sono preparate
da Jean Martin Diringer, architetto municipale. Il piano viene rivisto nel 1740
e la costruzione iniziò due anni più tardi, dopo che l'ispettore capo di strade
e ponti, François, ha esaminato il progetto e ha rivisto la stima. L'azienda
Gallay Strasburgo è responsabile per murature, intonaci e coperture. La scuola è
stata inaugurata 28 luglio 1745, quindi comprende tre aule al piano terra,
quattro sul pavimento e un teatro al 2 ° piano. Il frontone del prospetto
interno ha un timpano con pietre in attesa di una decorazione scolpita.
L'hotel ha chiuso nel 1765 durante l'espulsione dei Gesuiti. L'edificio ospiterà
poi successivamente la corte 1791-1800 e il collegio comunale 1803-1806 e di
nuovo la corte 1806-1870, poi gli insegnanti normali 1872-1921 e, infine, la
scuola di amministrazione della città. Gli uffici dell'Agenzia nazionale per
l'occupazione e la percezione sono attualmente ospitati. Il layout interno è
completamente cambiato e risale solo la scalinata del XVIII secolo. La ringhiera
in ferro battuto sarebbe, dopo Alexander Dorlan firmato dal fabbro Michael
Schultz e datato 1743. Un campanile sul tetto aggiunto nel XIX secolo, viene
rimosso nel XX secolo.
Il libro dei miracoli di San Foy
La tradizione medievale racconta la storia del martire e il miracolo di San Foy
sono stati registrati in un libro dal titolo Il Libro dei Miracoli di S. Foy. Il
priorato di Sainte-Foy da Colmar possedeva una copia risalente al XII secolo,
scritto in minuscola carolina su pergamena. Il libro ha integrato biblioteca
Rhenanus Beatus, grande umanista del XVI secolo, ha poi restituito alla
biblioteca umanistica Sélestat.
Église Saint-Georges de Sélestat
La
costruzione della chiesa (VIII - XV secolo)
L'edificio parrocchiale è stato menzionato per la prima volta nel secolo ottavo.
Allora è una cappella battesimale, che si trova all'interno del palazzo
imperiale costruito da Carlo Magno e l'imperatore avrebbe visitato durante
Natale dell'anno 775. La chiesa si fonda sui resti di una grande rotonda,
parzialmente rilasciato durante gli scavi nella cripta nel 1876 e 1902. La
maggior parte della basilica, di stile gotico fiammeggiante, è stato costruito
dai commercianti da Colmar, a pochi metri dalla chiesa romana. La costruzione
della nuova chiesa - costruita su una pianta a croce latina con tre navate e
transetto due opposti - partono da 1220 anni e continua ininterrottamente fino
agli inizi del XV secolo, ma ci aggiunte successive. Le navate laterali della
navata centrale sono state costruite nel corso del primo anno e di avere un
portale esterno semicircolare a colonne. Un altro portale di questa campagna
viene riutilizzata nella parete nord della massa anteriore. Il primo coro, con
due absidi e transetto sono elevati al 1230. Le cappelle sono nei loro prospetti
interni una festa champagne tra cui un corridore, sopra gli archi del primo
livello in piedi indoor. La navata centrale è alta dal 1235, con i prospetti e
volte con sei spicchi di stile borgognone.
Il fronte ovest - con cinque campate - è alta nei primi anni del XIV secolo.
Allo stesso modo, la torre ovest, si sormontata da un ottagono pinnacoli, è
datato al XIV secolo, anche se il lavoro viene interrotto durante questo secolo.
Nel asse della torre è una porta di mezzo. La costruzione del grande coro con
tre sezioni inizia alla fine del Trecento. Prende il posto di un abside con solo
due cappelle sono conservate. Tre architetti coinvolti in questo lavoro. Il
primo è Giovanni Obrecht, sindaco nel 1401 e il secondo è Matthis, tra il 1400 e
il 1410. Ma il più famoso è il terzo, Erhart Kindelin, che probabilmente ha
fatto le tre campate dell'abside tra il 1415 e il 1422. La costruzione della
torre continuato durante il pontile XV secolo e un elevato nel 1489 e 1490 da
Conrad Sifer, ma fu distrutta durante la Rivoluzione del 1789. Una porta è
trafitto nel XV secolo sulla parete nord del transetto. Il timpano a sesto acuto
appare arredamento bastoni intagliati. Un rilievo scolpito sul retro è il velo
della Veronica in rilievo, con scolpiti i chiodi e del Volto Santo. Questo
rilievo, monumento storico dal 16 Marzo 1848 in edificio potrebbe anche essere
opera di Conrad Sifer. Una scala sale al culmine della navata è datato 1615, il
nome di Stéphane Exstel e il suo marchio di hack. Molte marche di mod sono
raccolti anche in tutto l'edificio.
Sotto la direzione di Antoine Ringeisen (1811-1889), architetto del quartiere da
Colmar a 1.840-18.882, importante lavoro di restauro è intrapreso 1847-1865 con
la riqualificazione del coro e la torre di attraversamento, e che 1922-1924. La
presenza di epitaffi umanisti sélestadiens è poi scoperto nel nartece, come
Beatus Rhenanus - senza madre presto, sarà alto dal sacerdote Reinhart Kegler,
cappellano presso l'altare della chiesa di S. Caterina zio di San Giorgio che
erediterà il suo intero Fortune3-, Jacques Wimpfeling o Crato Hofmann. La chiesa
è elencata come monumento storico dal decreto del 16 marzo 1848. Tutto ammontano
intorno 65m4.
Portali
Un primo cancello, risalente alla seconda metà del XIII secolo, questo cerniere
medievali ancora visibili. Il timpano, a sesto acuto è scolpita nel 1844 da
Emile Sichler, scultore Selestat. L'Adorazione dei Magi è rappresentata sul
timpano, e foglie di quercia e viti sono scolpite sui capitelli delle colonne.
Una seconda porta, l'inizio della campagna della navata, a 1220-1230. Le porte e
le cerniere sono medievali. L'arco pennacchio, eseguito da Sichler rappresenta
il pasto a Simon. Foglie di vite, uva e un serpente decorano le pastiglie della
porta. I capitelli sono tra parentesi. Un terzo portale, romanico, deriva
probabilmente dalla navata e transetto, costruito nel XIII secolo. Probabilmente
è spostato in questa posizione in un secondo momento sconosciuta. Foglie e
cerniere medievali sono visibili, così come i marchi mod. Il timpano,
semicircolare, è decorato con una decorazione scolpita a bassorilievo
raffigurante foglie di quercia e viti, oltre ad essere fantastico, accovacciata
sulle pastiglie. Un quarto portale è realizzato intorno al 1320, il cui timpano
ad arco spezzato, la strombatura e l'arco sono decorate con sculture, in
sostituzione di quelle distrutte durante la Rivoluzione, da Sichler nel 1847.
Una prima bozza del timpano mantenuto Cristo sul Monte degli Ulivi, ma è
sostituito dal Ascensione. Le foglie vengono sostituiti nel 1847, su disegno di
Antoine Ringeisen città architetto. Sembra anche San Michele, San Giorgio, la
risurrezione del figlio della vedova, la Samaritana al pozzo, la moneta del
tributo, i pani, e Gesù la guarigione e benedizione dei bambini. Un quinto
cancello, posto sul fronte ovest, è fatto intorno al 1320. Il timpano è
sostituito dal Sichler e foglie di quercia del XV secolo sono stati modificati
nel 1844, dopo un Rivaud disegno, architetto della città. Arco a sesto acuto, è
la Pentecoste.
La porta principale della chiesa, con un timpano scolpito, risale probabilmente
alla fine del XV secolo. Potrebbe essere l'opera di Conrad Sifer o alla sua
bottega, che è l'autore della galleria dal 1490. In effetti, lo stile è molto
simile impianto ornamenti rimane del pontile, conservato alla biblioteca
umanistica. Il rovescio del timpano è scolpita con un Volto Santo.
Keystones
Le chiavi di volta di diverse navi della chiesa, in pietra arenaria scolpiti e
dipinti policromi, risalente al XIII secolo al XV secolo: quelli del transetto e
la navata sono del secolo XIII e XIV secolo, quelli della cripta e coro del XV
secolo. La loro pittura è stata restaurata nel 1859 da François Antoine Denecken,
come in origine, vale a dire, su sfondo rosso e blu con ornamenti fogliame
dorato. Diverse chiavi di volta sono decorate con simboli di Tetramorfo, Cristo,
l'Agnello di Dio, fogliame, foglie di quercia e viti, S. Giovanni Battista, S.
Agnese, un contadino, l'Incoronazione della Beata Vergine del Cristo Risorto,
così come un re e di una spada.
Tendoni
I capitelli delle batterie archi e volte a vela della navata centrale e la data
massiccia precedente al XIII secolo e XIV secolo, quelle del transetto del XIII
secolo, e quello della data di coro del XV secolo. Alcuni capitelli sono
decorate con cesti e foglie. Quelli delle cappelle del transetto sono dipinte e
dorate. Si può vedere una testa umana ghignante su un capitale della navata
centrale.
Arredi interni
Statue
La chiesa ospita anche una serie di statue, eseguite dal XVII secolo al XIX
secolo.
Lavora J.L. Meyer
Una statua della Vergine con il Bambino dalla pala della Madonna della chiesa di
Sainte-Foy, eretto nel 1730 dai Gesuiti. Egli è uno scultore Jean Leonard Meyer,
istituito Sélestat dal 1719. L'altare è distrutto dal 1892, ma molte statue sono
state conservate e sono esposti alla biblioteca umanistica città. La statua, in
legno intagliato, dipinto in policromia e doratura presentare Gesù Bambino e un
angelo scolpito nella massa.
Opere A.C. Vallastre-Sichler
Il controllo passa parrocchia di diverse statue tra il 1829 e il 1833 a
Anne-Catherine Vallastre Sichler, moglie di Ignazio Sichler. Dirige un gruppo
scultoreo inclusa l'educazione della Vergine Santissima. Sant'Anna e la Vergine
Maria sono scolpite in due pezzi di legno. Offre anche una statua di San
Vincenzo de 'Paoli, che porta un bambino in braccio. Il dipinto è fatto da
Stumpff e restaurato da Arthur Graff nel 1969 e ripreso nel 1975 da Schindhelm.
Mi funziona. Dock
Un gruppo di sei statue è stato scolpito da Eugenio Dock Strasburgo (1827-1890).
Scolpito in arenaria rosa rappresentano San Giorgio, San Nicolas, St. Paul, S.
Pietro, S. Agnese e S. Caterina.
Opere di autori sconosciuti
Una Pietà del XVIII secolo, reverse intagliato e scavato policroma dipinta,
rappresenta la Vergine e di Cristo scolpito dallo stesso pezzo di legno. Una
statua di Cristo presentato a Ponzio Pilato intagliato dipinto e legno dorato,
chiamato Ecce Homo, risale alla seconda metà del XIX secolo. Due statue dei
Santi Apostoli Pietro e Paolo, probabilmente risalgono al XVIII secolo.
Provengono da altari altari laterali sono dedicati a loro, attestate nel XVIII
secolo. La statua di St. Paul è probabilmente alterato, perché il trattamento
delle pieghe del suo abbigliamento è molto diversa da quella di San Pietro. La
mano destra di S. Pietro viene ripristinato dopo il 1970.
Due intagliate statue lignee policrome, rappresentanti del Sacro Cuore di Cristo
e della Vergine Maria, risalente alla seconda metà del XIX secolo. Formare in
origine un complesso, essi sono ora presentati in due posti diversi. Un gruppo
di tre statue dei Padri della Chiesa - quella di San Girolamo scomparso -
probabilmente risale alla fine del XVII o XVIII secolo. Potrebbero venire dal
nuovo altare è allestito nella chiesa nel 1683 e 1684. Ciò ha incluso le statue
colossali di un poster, disegnato da Franz Hauser e anche citato da Geny alla
fine del XVIII secolo.
Altari
Un altare in pietra arenaria grigia con pala d'altare è in esecuzione su
progetto dell'architetto Mattia Ringeisen Ieu imprenditore di lavori pubblici a
Strasburgo nel 1861 e 1862. Le statue nel baldacchino rappresentano Re David che
suona l'arpa, e il sacrificio di Isacco. Un secondo altare simile, l'altare è
andato, si trova nell'abside meridionale.
Pulpiti
Il Saint-Georges dispone di due sedie. La prima pietra arenaria grigia dipinta
policroma è in stile barocco. Lavoro completato da 1619 da Girolamo (Hieronymus)
Kruch scultore di Colmar che ha messo il suo marchio e le iniziali sul fondo
della vasca, è supportato dalle statue di Sansone - indossa la pelle di leone e
la mascella di asino è posto ai suoi piedi - San Pietro e St. Paul. S. Matilde
di Magdeburgo è in cima alla rampa, mentre molti animali scolpiti a rilievo
decorano la rampa - gallo, cane, coniglio, cinghiale, volpe, gatto, asino, topo,
lupo, rana, lucertola, ratto o lumaca. Allegorie della fede e la speranza sono
presenti sulla dorsale, così come teste di cherubini e pergamene sulle colonne e
il serbatoio. La sedia è in fase di restauro nel 1813 da Joseph Jenni, poi
Ignazio Sichler Vallastre e sua moglie Caterina nel 1845, sotto la direzione di
Antoine Ringeisen architetto del quartiere. Hanno poi eseguire le statuette
della vasca, così come la tavola armonica. Quattro statue raffiguranti i padri
della chiesa - quella di San Girolamo scomparso - vengono aggiunti alla metà del
XVIII secolo, lungo la ringhiera. Le statue di S. Agostino, S. Ambrogio di
Milano e di San Gregorio Magno sono ora al sicuro nelle nicchie del coro.
La seconda sedia, scolpito in legno policromo, risale al 1733. Entrambi sono
classificati come monumenti storici dal 18 aprile 1974 con gli oggetti.
Organo
La facciata di stile gotico.
L'organo di Johann Andreas Silbermann si trova già nella chiesa è stato
trasferito alla chiesa dei Domenicani di Colmar nel 1896. Egli è stato
sostituito nel 1896 da uno strumento Rinckenbach Martin (1834-1917), in un
buffet Teofilo Klem, che gestisce anche la ringhiera della piattaforma. E 'un
organo a cinque facce piane e due torrette. Un nuovo stagno facciata installato
nel 1924, ma l'organo è danneggiato dai bombardamenti nel 1944. È oggetto di un
restauro e un cambiamento nella sua composizione Schwenkedel, poi nel 1975 una
revisione e di trasformazione di Alfred Kern. La ringhiera appare braccia della
città da Colmar.
Tabelle
Diversi tavoli sono conservate nella chiesa parrocchiale. Il primo, del 1789 e
l'opera di Johann Joseph Fesch - nessun lavoro di questo pittore è stato
indicizzato, ma il suo nome sembra di origine Basilea - è un Compianto. E
'firmato da Johann Joseph Fesch Inv. e Pinx. 1789. Un secondo dipinto, risalente
al 1836, è opera di Pierre-Adolphe Baudin. Acquistato alla mostra nel 1836 da
parte del governo, si è offerto alla città da Colmar attraverso il suo vice, il
barone Hallez e trasportato nel 1844. Il dipinto raffigura Saint-Germain l'Auxerrois
che bloccano la strada ai barbari Eocharich. Una terza opera, diretta da Georges
Antoine Violino, viene offerta alla parrocchia di San Giorgio poco prima della
sua morte, avvenuta nel 1830. Nato a Sélestat nel 1765, ha trascorso parte della
sua carriera in Gran Bretagna. Il suo tavolo è una rappresentazione dell'Ultima
Cena. Un quarto quadro, dipinto da Emile Renard (1850-1930) nel 1887, raffigura
il Battesimo di Cristo di Giovanni Battista.
Dipinti
La chiesa di San Giorgio ha molte opere eccezionali. Uno di loro, che
probabilmente risale alla seconda metà del XV secolo, è stato scoperto nel 1860
da Ringeisen durante i lavori di restauro dell'edificio. E 'stato restaurato nel
1979 da officina Arcoa. Dipinta calce, è il miracolo della impiccato dipendeva
attribuito a S. Jacques le Majeur, in quattro fasi: Fase dell'albergo nasconde
una coppa nel sacco di pellegrini pelo, luogo del ritrovamento del calice
davanti agli occhi attoniti dei pellegrini appeso il figlio di pellegrini in
salvo da St. Jacques, l'albergatore è pescato festeggiare il suo furto da
pellegrini e risorto figlio. Nei pennacchi sopra la baia, due busti di uomini
sembrano commentare la scena. Una iscrizione è parzialmente leggibile sopra
l'arco.
Altri due murales riprendono il tema della Crocifissione del Signore, solo il
numero di caratteri, ai piedi della variante di Santa Croce. Molto probabilmente
al XIV secolo dopo il loro stile, si trovano nel lavoro intrapreso da Ringeisen
nel 1860 fare una dichiarazione, poi restaurato nel 1865 e 1970. Sud registro
inferiore è di tre santi e la pittura del Nord raffigura la Vergine Maria, San
Giovanni, San Giovanni Battista e quattro santi. Dipingere la nicchia Nord è un
monumento nazionale dal 18 Agosto 1974 in Elemento. Un altro dipinto, risalenti
anche al XIV secolo, raffigurante Cristo in croce tra la Vergine, San Giovanni,
San Pietro e St. Paul, sopra un fregio di santi. Si è anche classificato come
monumento storico dal 1974.
Colorato
Il santuario coro vetro ha sette campate e ha ancora parti importanti realizzati
tra il 1430 e il 1460. L'ingresso principale alla chiesa, a sud del nartece, ha
un rosone che rappresenta la Decapoli. Gli undici finestre contemporanee delle
navate laterali sono opera di François Chapuis, risalente al 1986.
Vita di S. Agnese
Un baldacchino, dal terzo quarto del XV secolo, questa agiografia di S. Agnese.
È completato nel 1968 da Max Ingrand: sette su quindici scene sono originali -
Sant'Agnese ha incontrato il figlio del proconsole, offrendogli oro, è
disprezzato e malato, un angelo porta un indumento di Agnes nudo il figlio del
proconsole è strangolato dai demoni, Agnes giudizio, sepoltura - e alcuni segni
di decorazione architettonica. I vecchi segnali vengono assegnati al master di
Friburgo, che produce finestre per la cattedrale di questa città e di Urach. Lui
è un socio di Peter Hemmel intorno al 1480. Una testata lancetta attribuibile al
vetro, è nelle riserve di Musee de l'Oeuvre Notre-Dame di Strasburgo.
Bancarelle
Bancarelle, scolpite in legno di rovere, sono tra 16-8 su ogni parete, con un
passaggio centrale - Giocate con forati e decorazioni gotiche. Anche se fino ad
oggi al XV secolo, sono probabilmente opera di Teofilo Klem, che è pagato 3000
franchi per il suo restauro nel 1862. Il mobile non sembra aver conservato i
resti di una precedente incarnazione. Le bancarelle anche nascondere affreschi
dal Medioevo, fotografato durante il restauro. I braccioli sono scolpite teste
umane ed animali e piante sono indicati giocato.
Monumenti funerari
Un sarcofago in pietra arenaria scolpita, risalente al XI secolo e XII secolo, è
conservata nella chiesa. Di origine sconosciuta e in rovina - il suo coperchio a
cupola è divisa in due parti - ha strisce sul serbatoio e una croce si vede
sulla copertina. La chiesa contiene anche la tomba del professor H. Berchu,
sollevò alla sua memoria dai suoi studenti a Sud Cimitero Colmar, ora scomparso.
Scolpita da Sichler Germain nel 1867, è stato trasportato in Piazza St. Georges.
In cattive condizioni, è un monumento con una pietra imitazione di base, in cui
uno studente è sdraiato, sormontato da una piramide tronca. Un bambino che giace
disegna un esagono ed i suoi lati sono posti un retino per farfalle, e libri.
Sagrestia
La chiesa di San Giorgio al 1900.
I mobili sacrestia, intagliati in legno di rovere, risalente alla seconda metà
del XIX secolo. E 'decorato in altorilievo e bassorilievo, in stile gotico.
Goldsmith
Lavora J.F. Kirstein
Un inciso calice in argento risalente al IV trimestre del XVIII secolo, è
conservata nella chiesa. Indossa un marchio di garanzia, potrebbe essere quella
di Jacques Frédéric Kirstein (1765-1838), maestro istituito 17955 K con due
ciliegie. Il segno distintivo della città di Strasburgo è stato rimosso nel
1798, che ponga la data di produzione tra il 1795 e il 1798. Il ciborio è
ritagliata decorazioni, come il monogramma di Cristo, IHS, il fogliame, una
corona di fiori, e il simbolo del triangolo della Santissima Trinità.
Opere J.C. Notebook
Un ostensorio in argento dorato e una croce-reliquiario sono acquistati dalla
parrocchia da Colmar nel 1807 l'orafo parigino Jean-Charles Cahier (1772-1849),
marchio di garanzia, garanzia e primo grande come Parigi tra il 1798 e il 1809 e
punch Associazione Orafi di Parigi. Esercita dal 1801 alla sua morte nel 1849 a
34, quai des Goldsmiths, prima di dare il via al suo allievo e successore,
Poussielgue Rusand. E 'sotto la Restaurazione sembra l'inizio di un profondo
rinnovamento con la riscoperta degli stili del passato, tra cui quelli del
Rinascimento e il Medioevo. Specification illustra questa tendenza. Molto vicino
a Luigi XVIII e Carlo X, la sua reputazione è rafforzata dalla disposizione di
grandi carichi e protezione al massimo livello 6.
Riccamente decorato, la croce mostra i simboli degli Evangelisti Sante del
piedistallo di supporto, gli strumenti della Passione e un cuore che brucia sul
piedistallo, e gli angeli tra le nuvole alla base della croce con un serpente.
L'ostensorio è decorato con i simboli degli Evangelisti Sante del piedistallo di
supporto, l'Ultima Cena e il busto della Vergine Maria sul piedistallo, steli di
grano e uva sui lati, e un agnello il libro dei sette sigilli e angeli sulle
nuvole con gloria.
Lavora F.T. Lang
Un calice in argento sbalzato, dorato, intagliato e forato, risalente alla metà
del XVIII secolo, opera di Franz Lang Taddeo, orafo in Augsburg 1719-1773 - il
segno distintivo della città non può essere situato in un anno accurata. Taglio,
non perforata, probabilmente restaurato da medaglioni strumenti della Passione
hanno una tecnica diversa. I medaglioni sul piede sono S. Agostino, S. Antonio
di Padova, S. Chiara, e quelli sul taglio di St. Nicolas, una croce e una scala,
e una lancia e una spugna.
Saline J.D.
Un calice, tè e ampolle sono opera di Jean David Salt, un orafo in Augsburg tra
il 1693 e il 1724, data a partire dalla fine del XVII e XVIII secolo. Lettera
del pugno Augsburg sarebbe quella del 1716. Questi pezzi eccezionali,
probabilmente provenivano da un convento, le cui braccia non sono identificati,
ma falsamente identificati con quelli della Badia Ebersmunster. Il vassoio e le
ampolle erano già nella chiesa di San Giorgio nel 1856, e nel XIX secolo, il
calice è stato tenuto nella chiesa Sainte-Foy. Il vassoio non punzone. Il calice
ha i medaglioni piede nella Incoronazione della Vergine, San Benedetto, Santa
Cristina con due frecce sugli angeli di taglio in medaglioni. Tra i medaglioni,
putti portando cesti di fiori, e le chiavi, un castello e due santuari e una
stella sono incisi sul piede. I Padri della Chiesa sono rappresentati in
medaglioni sul plateau, con putti e un castello. Burette hanno motivi per Berain.
Il tutto è un monumento storico dal 25 luglio 1978 in quanto applicabili.
Opere di autori sconosciuti
Un calice e la patena, argento sbalzato, dorato, risale al 1763. Il segno
distintivo, hallmarked in modanature sotto i piedi è illeggibile. Il pugno di
Strasburgo è identificabile, così come la lettera sulla patena, M, vale a dire
1763. Una croce processionale in legno intagliato e policromo dipinto di autore
ignoto, risale al XVIII secolo.
Paramenti liturgici
La parrocchia ha una serie di paramenti sacri, tra cui la casula, ha rubato la
maniglia e la borsa corporali. Questo set sarebbe venuto dopo Dorlan l'Abbazia e
risale al XVIII secolo Murbach, anche se non cita le sue fonti. Inoltre, né lo
stile di disegni da ricamo o ricamati non corrispondono questo presupposto, ed è
probabile che, piuttosto ornamenti risalenti al primo quarto del XIX secolo.
Seta, sono decorate con spighe di foglie di vite, mantovana, così come cestini.
Fuori
Orologio
L'orologio monumentale, originariamente situato al di sopra della facciata ovest
della chiesa, sulla facciata sud, è stato costruito da Jean-Baptiste Schwilgué
di 1.822-18.257. L'orologio è di tipo monumentale come Schwilgué realizzato in
una dozzina. Questo orologio è stato motorizzato nel 1955 e sostituito (a causa
di un malfunzionamento, dopo i cambiamenti del 1955) nel 1962. E 'stato
restaurato nel 1996, ma non nella sua condizione originale. L'orologio da Colmar
ha caratteristiche specifiche del lavoro di Schwilgué, tra cui la struttura
gotica del movimento e l'uso di colonne di acciaio, con capitelli e basi di
bronzo. Il quadrante era originariamente situato nel timpano triangolare della
chiesa.
Prima del restauro, l'orologio è stato il seguente: è stato posto su una base di
legno, la facciata è stata dipinta in finto marmo. La struttura sinistra
dell'orologio caratterizza il meccanismo sorprendenti ore, con un quadrante
graduato da 1 a 12. Il meccanismo della suoneria quarti d'ora era giusto, con
una scala graduata di I a IV. Una scritta su uno sfondo nero con lettere d'oro
sono stati letti nella facciata anteriore della base: Schlestatt Eseguito sotto
l'amministrazione del barone Amey ritirò tenente generale, comandante del Real
Ordine della Legion d'Onore, Cavaliere St. Louis sindaco Roesch, Cavaliere
dell'Ordine Reale della Legion d'Onore, Vice Reeve Mourche, arciprete e rettore.
MDCCCXXV (targa recante l'iscrizione è stato perso al momento del restauro
effettuato dalla società Sonorest Colmar). L'orologio è un monumento nazionale
dal 5 Agosto 1994 in Elemento.
Dal 1996 al 2010, l'orologio è stato esposto all'ingresso dell'ufficio turistico
da sala Colmar. Nel 2010, è stata trasferita agli archivi comunali da Colmar. Va
notato che gran parte del movimento del treno e l'intero orologio, data di
ristrutturazione, non Schwilgué.
Calvario
Una croce monumentale è alto nel 1817, alla chiusura del vecchio cimitero che
circonda la chiesa. Scolpite in pietra arenaria gialla, ha una scritta in
tedesco, così come scenario del cranio, le ossa e la ghirlanda.
OTTROTT
Monastero di Mont Sainte-Odile
Mont
Sainte Odile, che domina la pianura alsaziana, fu per secoli sede di un
importante monastero. Oggi trasformato in hotel, questo luogo religioso un tempo
dedicato a Sant'Ottilia, patrona d'Alsazia, è frequentato da numerosi pellegrini
anche ai giorni nostri. Mont Sainte Odile accoglie tuttavia anche moltissimi
visitatori non credenti, ma semplicemente desiderosi di ammirare l'ambiente
naturale e boschivo dei dintorni. Gli appassionati di trekking possono
avventurarsi nei sentieri segnati, andando a scoprire il Muro Pagano, costruito
intorno all'anno 1000 a. C., le cui origini sono oggetto di innumerevoli
speculazioni mistiche!
Mont Saint
Odile è un santuario spirituale molto amato dal popolo alsaziano.
Seconda solo alla Cattedrale di Strasburgo come emblema
della Chiesa cattolica di Alsazia, Mont Saint Odile è di proprietà della chiesa
di Strasburgo dal 1853. Questo luogo pubblico di culto incarna la personalità
giuridica della diocesi di Strasburgo.
Qui i visitatori troveranno un team di gestione, una
comunità di suore, il personale aiuta in vari modi, i gruppi di credenti che
vengono settimana dopo settimana da diverse parti d'Alsazia, tutti pronti a dare
loro il benvenuto 365 giorni all'anno.
La gente viene a questa impostazione monastica per
meditare o pregare, come pellegrini o turisti, di soggiornare in hotel,
mangiare, imparare e aggiornare i loro spiriti.
Mont St. Odile vi stupirà con le sue straordinarie vedute
e il suo ambiente naturale e archeologico eccezionale, con sentieri segnalati
per gli escursionisti, i luoghi che invitano alla meditazione e zone riservate
per i seminari, il tutto in un'atmosfera conviviale.
La tua visita sarà l'occasione per scoprire la tradizione
spirituale cattolica e la sua vitalità moderna, di guardare dentro il vostro
cuore e di incontrare altre persone e gruppi con i quali scambiare opinioni,
condividere, pregare e celebrare.
Bambini, giovani, adulti, anziani, persone con
disabilità, sia credenti o meno, sono tutti benvenuti qui, in linea con la
tradizione di ospitalità di St Odile e le sue sorelle.
Amici che leggono queste righe, benvenuto a Mont St Odile,
che sia per un'ora, un giorno o una settimana.
Maggio St Odile, patrona dell'Alsazia, fonte di luce per
ciascuno di noi, apri gli occhi e lasciare che si vede la fede cristiana e del
Vangelo all'opera nel mondo intorno a voi.
A Strasburgo + Joseph Doré, arcivescovo di Strasburgo +
Christian KRATZ, Vescovo ausiliare + Jean-Pierre Grallet, vescovo ausiliare,
Consiglio Episcopale, il Consiglio di Gestione di Mont St Odile
Indirizzo: Archevêché de Strasbourg, 16 Rue Brulée, 67081
STRASBURGO
A Mont St Odile, padre Daniel Perrin, direttore, Padre
Girolamo HESS, Vice Direttore, la Comunità delle Suore della Croce e il
personale.
OBERNAI
Situato
nel cuore dell'Alsazia, ai piedi del Mont Sainte Odile, Obernai è un piccolo
raro esempio di città alsaziana ad aver conservato il suo arredamento di un
tempo con le sue mura, torri fortificate, le case medievali e numerosi angoli
pittoreschi.
La città è davvero bella, non si può perdere.
Un po 'di
storia
Crocevia
Romano e Merovingia Villa Reale "Ehenheim" è menzionato per la prima
volta nel 778, e nel 1242 nominato Oberehnheim. Si presume che la città era dei
Duchi di Alsazia e i monasteri Hohenbourg (ora Mont Sainte-Odile) e
Niedermunster, due conventi fondati da Sainte-Odile e suo padre. La città
prospera a quel momento e per difendersi contro l'avidità, è diventata membro
della Decapoli nel 1354, campionato di supporto dieci città imperiali
dell'Alsazia. Il XVI secolo fu l'età d'oro della obernois swing. Artigianato e
viticoltura (esportazione) avranno successo.
Mentre la Guerra dei Trent'anni devasta l’Alsazia, Obernai è occupata dagli
Imperiali, poi dagli svedesi. La città è riscattata e ceduta alla Francia nel
1679. Dopo questo periodo, Obernai trova una buona prosperità, ma senza trovare
la sua forza. Obernai è collegata, come il resto della Alsazia, alla Germania
fino al 1871 prima di tornare alla Francia nel 1918.
Abbiamo messo in conto anche la visita alla località
successiva, vedremo se riusciremo a visitarla.
BADEN BADEN
Questa
città l'abbiamo messa in conto, ma dubito che la potremo visitare.
La bella cittadina di Baden-Baden, in Germania, è situata nel
distretto regionale del Baden-Württemberg occidentale, nei pressi della
Foresta Nera settentrionale e nella vallata del fiume Oos, nota
anche per la caratteristica regione coltivata a vigneti. La località è uno dei
resort più conosciuti e d'alta classe del Paese. Oggi come in passato qui
vengono tenute importanti Conferenze internazionali, luogo di incontro
per statisti e ricchi e famosi. Ma non solo. Un clima particolarmente
mite e la vasta gamma di intrattenimenti, tra cui il famoso casinò,
contribuiscono alla fama della località. Nota per le sue terme e lo
splendido paesaggio, ha attirato per secoli la grande aristocrazia
e tantissimi esponenti della classe politica ed artistica europea, dalla
regina Vittoria a Vanderbilt, da Bismarck a Brahms e
Berlioz.
Ad
attrarre non erano solo le sue acque minerali e curative, conosciute fin
dall'antica Roma, ma anche il casinò. I romani che amavano i benefici delle
acque termali, trovarono che anche Baden Baden, nel cuore della grande
Foresta Nera, era circondata da un gruppo di colli, come l'Urbe. L'imperatore
Caracalla spesso vi soggiornava per curare i suoi reumatismi. Nel XVIII
secolo la località si sviluppò intorno a importanti infrastrutture, gli hotel
di lusso, il casinò, la Kurhaus Baden-Baden (l'edificio
costruito dall'architetto Friedrich Weinbrenner) e un importante
circuito ippico di livello internazionale. Nel dopoguerra la cittadina
divenne sede di un importante canale radiofonico, il Südwestfunk (ancora
oggi in attività), grazie alla quale nel 1992 le venne conferito il Deutscher
Medienpreis (premio mediatico tedesco).
Oggi, la città è la regina di tutti i centri termali della Germania, capace di
offrire al visitatore ambienti ed atmosfere uniche: splendide ville palatine,
parchi, eleganti viali alberati, giardini, hotel di lusso ed economici e ottimi
ristoranti. Sofisticata e allo stesso tempo rilassata, si presenta al visitatore
con spirito elegante e giovanile, offrendo un paesaggio urbano tipico del
periodo Belle Époque. La clientela può essere cambiata nel corso del
tempo, ma Baden-Baden evoca ancora un'aura del XIX secolo, combinata con i
comfort più moderni.
La
località è scelta ideale per lo sport e gli amanti dell'outdoor. Golf,
tennis, equitazione sono tutti molti diffusi. Gli amanti delle
corse a cavallo potranno godere della stagione internazionale di gare, a
Iffezheim Track. La campagna circostante è invece adatta per il trekking
e l'alpinismo. Durante l'inverno, Baden-Baden diventa anche centro adatta
per il dopo sci: dopo una giornata sulle piste, è possibile tornare ad
una rilassante nuotata in una piscina termale e una serata al casinò. Momenti
splendidi di puro relax.
La
cittadina si stringe attorno al Lichtentaler Allee, il parco lungo la
riva del fiume Oosbach (affettuosamente chiamato Oos), che scorre
attraverso il suo centro urbano. Durante la passeggiata, si rimane stupiti dalla
varietà di arbusti e alberi esotici e anche di rododendri, azalee e rose. Alla
fine del parco, a nord, sulle rive del torrente, troviamo gli edifici del
Kurgarten, compreso il classico Kurhaus, usato come un complesso di
intrattenimento. Le terme di Caracalla sono state recentemente ampliate
con l'aggiunta di varie strutture e piscine. Si può decidere la temperatura del
bagno che si desidera effettuare. Il trattamento curativo comprende fanghi,
massaggi e idromassaggi. L'acqua, leggermente radioattiva, è ricca di cloruro di
sodio e proveniente da pozzi artesiani posti a 1.800 metri di profondità. Le
antiche rovine dei bagni romani (Römische Badruinen) sono invece
adiacenti al parcheggio sotterraneo, sotto Römerplatz.
Friedrichsbad
è un altro luogo dedicato alla cultura dei tradizionali bagni termali,
costruito nel 1877, con statue e rivestimenti decorativi, si compone di una
piscina circolare centrale in una sala ornata a cupola. In questo ambiente
elegante, il bagno romano-irlandese (Römisch-Irisches Bad) è tutto un
programma di calore, massaggi, vapore e acqua per disintossicarsi e ringiovanire
lo spirito.
Il Casinò Spielbank (situato al civico 1 Kaiserallee) è aperto tutto
l'anno, ed è il più antico della Germania, famoso da ben più di 200 anni. Si
dice che Dostoevskij abbia scritto “Il giocatore” dopo aver perso
la camicia, e quasi la sua mente, ai tavoli dello storico edificio. Le camere
sono state progettate nello stile di un elegante castello francese. Giacca e
cravatta per gli uomini sono obbligatorie, come i vestiti da sera per le donne.
Per entrare durante le ore di gioco, è necessario possedere un passaporto valido
o carta d'identità e avere almeno 21 anni.
Il vero simbolo della cittadina è anche costituito dalla Trinkhalle (la
sala delle acque), ospitata nei giardini del centro termale, dove i visitatori
possono sorseggiare l'acqua. La loggia della sala è decorata con affreschi
raffiguranti leggende della Foresta Nera. Le millenarie sorgenti di
Baden-Baden possiedono la stessa originaria composizione di quando furono
scoperte dai Romani nel III secolo.
Da non perdere è anche il Festspielhaus Baden-Baden (il Festival Teatro
di Baden-Baden), la sala concerti d'Opera più grande della Germania, con
2500 posti a sedere. Inaugurata il 18 aprile 1998, e disegnata da Wilhelm
Holzbauer, l'architettura del nuovo edificio incorpora l'ex stazione
ferroviaria della città, oggi sala per la vendita dei biglietti e il ristorante
Festspielhaus "Aida".
Gli amanti dello shopping si potranno dirigere verso la zona pedonale di
Sophienstrasse e Gernsbacher Strasse, strade ricche di boutique di
lusso, tra le più costose in Germania. Alle signore si consigliano i negozi di
Escada Boutique (Sophienstrasse 18), il Münchner Moden (sulla
Lichtentalerstrasse 13), dove trovare, in base alla stagione, i loden di lana e
le sete austriache e bavaresi, o i freschi lini e cotoni. Ai signori si
consiglia il negozio Herrenkommode (Sophienstrasse 16).
Baden-Baden è situata in una posizione ideale per gite di un giorno nella
Foresta Nera. Altre città facilmente raggiungibili sono
Friburgo,
Strasburgo e
Stoccarda.
Quarto e quinto giorno
STRASBURGO
Quando si dice Strasburgo (dal latino Strate Burgum,
letteralmente "la città delle strade") si pensa subito al Parlamento
Europeo e al Consiglio d'Europa, ma la bella città del
Basso Reno, crocevia dell' Europa continentale, non è "semplicemente" la
capitale politica d'Europa: è una vivace città culturale ed
universitaria, cosmopolita ed aperta, ma al contempo dotata di
una forte identità nazionale ed orgogliosa delle proprie antichissime
tradizioni.
INFORMAZIONI GENERALI:
-
- Dipartimento: Basso Reno
-
- Arrondissement:
Strasburgo-Città
-
- Popolazione: 272.123 ab.
(aggiornato al 2007).
-
- Superficie: 78,27 km²
-
- Densità: 3.477 ab./km²
-
- Altitudine: 143 m s.l.m.
-
- CAP: 67000, 67100, 67200
-
- Pref. telefonico: 0033
(prefisso per la Francia), + 88 (prefisso di Strasburgo)
-
- Numero unico di
emergenza: 112
Come Muoversi
IN AUTO:
Strasburgo, come tutte le città europee, deve fare i conti con i problemi
legati al traffico ed ai parcheggi.
Questi ultimi però sono molti e, soprattutto ben organizzati e gestiti dalla
società PARCUS.
Nelle zone periferiche della città si può usufruire dei "Relais-Tram",
ossia parcheggi d'intercambio situati in prossimità delle fermate dei
tram che permettono di posteggiare l'auto e di raggiungere i centro in
pochi minuti.
Per informazioni:
PARCUS
Société des parkings de la Communauté Urbaine de Strasbourg
55 rue du Marché Gare
67200 Strasbourg
Tel: 03 88 30 67 75.
Sito internet: www.parcus.com
BUS E TRAM:
Il trasporto pubblico di
Strasburgo, capillare ed efficiente, può contare su 29 linee di autobus e 5
linee di tram.
La rete di trasporto è gestita dalla CTS (Compagnie de Transports
Strasbourgeois).
Esistono diverse tipologie di biglietto e di abbonamenti.
Per informazioni:
CTS
14 rue de la Gare-aux-Marchandises - 67200 STRASBOURG
Tel : 03 88 77 70 70
Sito internet: www.cts-strasbourg.fr
IN TAXI:
Se avete bisogno di un taxi potete chiamare TAXI 13 al numero: 03.88.36.13.13.
Cosa Vedere
La città di
Strasburgo è una meta piacevole per coloro che vogliono passeggiare tra case
e vie caratteristiche (imperdibile è la
Petite France). Per coloro che visitano la città in inverno, impertibili
sino i
Mercatini di Natale, i piuù antichi d'Europa. Tutti gli altri possono
scegliere tra un buon numero di monumenti, chiese e musei. A seguito un rapido
elenco:
Petite France
Un buon punto di partenza per una
visita alla città è il quartiere denominato "Petite France".
Nel cuore della città, con le sue
suggestive casette in legno dai tetti spioventi risalenti al XVI e XVII secolo,
è il quartiere più caratteristico e pittoresco di Strasburgo.
Attraversato da canali,
questo quartiere è famosa per i Ponts Couverts (“ponti
coperti”), dominati da quattro torri del XIV secolo, che nonostante abbiano
perso le loro coperture nel XVIII secolo, hanno mantenuto intatto il loro
fascino .
Nel 1690 nel quartiere venne
costruita il "Barrage Vauban" (ossia una diga) soprannomina
Grande Ecluse (“grande chiusa”).
Cattedrale di Notre-Dame
È una delle chiese più note non solo
di tutta la
Francia, ma anche di tutto il mondo. Eretta in pietra arenaria dei Vosgi ,
si caratterizza per i suoi 142 metri d'altezza.
La sua costruzione iniziò, secondo i
canoni romanici, nel 1176, ma fu terminata secondo il gusto
gotico solamente nel 1439.
L'interno a tre navate,
completato da un transetto e da meravigliose vetrate del XII-XIV secolo, ospita
il famoso orologio astronomico di Strasburgo, capolavoro del
Rinascimento.
L'opera riproduce la precessione
degli equinozi, un movimento della Terra che fa cambiare in
modo lento ma continuo l'orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla
sfera ideale delle stelle fisse.
La struttura dell'orologio è composta
da un a cassa alta 18 metri che poggia su un basamento alto più
di 4 metri e largo 7,30 metri.
Cathédrale Notre-Dame de
Strasbourg
12 Place de la Cathédrale
67000 Strasbourg, Francia
Cathédrale
Notre-Dame :
L'opinione di Michelin
pl. du Château F - 67000 Strasbourg
Costruita
tra il 1015 ed il 1439, data in cui Johannes Hültz di Colonia ultimò l'edificio
con la celebre guglia, la cattedrale di Strasburgo deve parte del proprio
fascino all'arenaria rosa dei Vosgi. La facciata, in stile gotico maturo,
è opera di Erwin von Steinbach. Il portale centrale, gemino, è decorato
con doppia cuspide e delicati archi a lancetta che mascherano in parte il rosone
di 15 m di diametro. I tre registri inferiori (fregi orizzontali) del timpano
presentano una statuaria duecentesca di grande pregio, raffigurante scene del
Nuovo Testamento. Vergini sagge e vergini folli popolano il portale di destra,
mentre quello di sinistra rappresenta le Virtù che sconfiggono i Vizi. La
torre campanaria raggiunge i 142 m di altezza. Dalla piattaforma (a 66 m),
si ha una spettacolare veduta sulla città vecchia e sul paesaggio circostante.
Notevoli anche il portale dell'Orologio (con la mirabile morte della Vergine)
ed il portale di Saint Laurent. All'interno, assolutamente imperdibili: un
pulpito disegnato da Hans Hammer, esempio compiuto di gotico fiammeggiante,
l'organo, appeso al triforio a nido di rondine, la colonna del
Giudizio Universale (XIII sec.), l'orologio astronomico (del 1838), i
14 magnifici arazzi realizzati, in parte, su disegno di Philippe de Champaigne
(visibili durante l'ottavario del Corpus Domini) e la grande vetrata di
Saint-Christophe (il santo, alto 8 m, costituisce la raffigurazione su vetro più
grande che si conosca).
Chiesa di Saint-Thomas
È una delle chiese
protestanti più importanti e belle dell'Alsazia.
La sua costruzione iniziò nel XI secolo, in arte gotica tipicamente alsaziana,
ma venne completata solamente nel corso del 1500 (con la costruzione della
cappella dei Santi Evangelisti, in stile tardo gotico).
L' église,
sormontata da due campanili (uno quadrangolare ed uno
esagonale) è famosa per ospitare il mausoleo del Maréchal de Saxe, un capolavoro
dell’arte funeraria barocca del XVIII secolo realizzato da Jean-Baptiste
Pigalle.
Eglise
Saint-Thomas
11 Rue Martin Luther King,
67000 Strasbourg, Francia
Chiesa di Saint-Pierre-le-Jeune
Bella chiesa protestante
sulla Grande Île, costruita sui resti di un edificio merovingio.
Eretta in stile gotico, venne
completata nel 1320 (anche se tra il XIV e il XV secolo furono
costruite le cappelle).
Internamente la chiesa è divisa in
quattro navate, voltate a crociera, con transetto e coro. Vi si
possono ammirare grandiosi affreschi risalenti al XIV e al XV secolo.
Il chiostro della
chiesa, sul lato nord, con tre gallerie risalenti al XI secolo e una del XV
secolo è considerato il più antico di tutta la
Francia
Saint-Pierre le Jeune
7 Rue Saint-Léon,
67000 Strasbourg, Francia
Consiglio d'Europa
Ospita la sede istituzionale del
Consiglio d'Europa, un'organizzazione internazionale il cui
scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale
europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa. Il
Consiglio d'Europa fu fondato il 5 maggio 1949 col Trattato di Londra e
conta oggi 47 stati membri.
Le visite sono consentite solo
previa prenotazione.
Consiglio d'Europa
Avenue de l’Europe
F - 67075 Strasbourg Cedex
Tel. +33 (0)3 88 41 20 29
Fax +33 (0)3 88 41 27 54
E-mail:
visites@coe.int
Palais Rohan ed i suoi musei
Grandioso e monumentale edificio
settecentesco edificato tra il 1728 e il 1741 su progetto
dell'architetto Robert de Cotte per il vescovo
Armand-Gaston-Maximilien de Rohan-Soubi.
Attualmente il palazzo ospita
tre musei:
Musée des Arts Décoratifs,
diviso in due sezioni (appartamenti dei cardinali e collezione d'arte
decorativa) ospita oggetti in ferro battuto, in ceramica, porcellane Hannong,
orologi e mobili.
Musée des Beaux-Arts,
presenta una panoramica della storia della pittura in Europa dal Medioevo al
1870. Si possono ammirare opere di: Botticelli, Giotto, Memling, Canaletto,
Correggio, Corot, El Greco, Goya, Van Dyck, Rubens...
Musée Archéologique,
in virtù della sua vastissima collezione è considerato uno dei più importanti
musei francesi; ospitato nel seminterrato del palazzo, percorre nelle sue
collezioni tutta la storia antica dell'Alsazia, dalla Preistoria all’Alto
Medioevo.
Palais Rohan
2, place du Château
67000 Strasbourg, Francia
Sito internet: www.musees-strasbourg.org
Musée d'Art Moderne et Contemporain
Si evita…………..se qualcuno è
interessato chieda a Beppe J
Museo Tomi Ungerer - Centro internazionale dell’illustrazione
A Villa Greiner,
curioso ed interessante museo che piacerà sicuramente agli appassionati del
genere, ma non solo: custodisce ben 8.000 disegni di Tomi Ungerer, disegnatore e
illustratore nato a
Strasburgo nel 1931.
Musée
Tomi Ungerer, Strasbourg
5, place du Château
67076 Strasbourg
Maison Kammerzell
Questo gioiello architettonico è uno
degli edifici più famosi di tutta l'Alsazia.
Splendido edificio medievale venne
costruito nel 1427 (ed in seguito più volte rimaneggiato)
secondo i canoni tipici del Rinascimento Tedesco.
Oggi ospita un prestigioso
hotel.
Maison Kammerzell
16, place de la Cathédrale
67000 Strasbourg, Francia
Sesto giorno
196 Km 55116 Magonza
visita città
177 Km 50667 Colonia
visita cattedrale e birra…..
MAGONZA
Preistoria
ed epoca romana
Resti
dell'acquedotto romano
Il territorio dell'attuale città
ospitò un insediamento temporaneo di cacciatori durante l'ultima
era glaciale tra i 20.000 ed i 25.000 anni fa. Lo dimostrano numerosi
ritrovamenti venuti alla luce nel
1921.
Il primo insediamento stabile è però
di origine celtica. I
Celti dominarono la Renania durante la seconda metà del I secolo a.C. I
Romani giunti nella regione dopo le
guerre galliche (52
a.C.) chiamarono il loro presidio militare
Mogontiacum, toponimo che deriva dal nome della divinità celtica Mogon.
Si riteneva che l'accampamento romano fosse stato fondato nel
38 a.C., ma recenti studi hanno spostato la data della fondazione della
città al 13/12 a.C., ad opera di
Druso maggiore. Magonza restò romana per più di 500 anni ed a partire dall'89
fu la capitale della
provincia della
Germania superiore.
Già in epoca romana potrebbe essere
sorta una prima comunità cristiana e pare che nel
343
Marino sia stato nominato vescovo.
Alto
Medioevo
L'esistenza della diocesi di Magonza
è provata dalle fonti storiche soltanto a partire dal VI secolo. Ulteriore
sviluppo alla città venne dal suo ruolo di evangelizzazione delle popolazioni
germaniche e slave, evangelizzazione guidata dal vescovo
Bonifacio (746-754).
Lo sviluppo religioso della città ne fece l'unica diocesi (oltre
Roma) il cui seggio episcopale viene chiamato Santa Sede. L'arcivescovo
di Magonza viene da allora chiamato primas germaniæ, il sostituto del
Papa a nord delle
Alpi (santa
sede di Magonza).
Willigis (975-1011)
divenne il primo arcivescovo di Magonza ad essere anche arcicancelliere del
Sacro Romano Impero, il più importante dei sette
Elettori dell'Imperatore.
Willigis diede inizio all'edificazione della
grande cattedrale nel
975.
Basso
Medioevo
Nel
XII secolo ai cittadini di Magonza furono per la prima volta concessi dei
particolari privilegi da parte dell'arcivescovo
Adalberto I (1110-1137).
Essi ottennero principalmente esenzioni fiscali ed il diritto ad essere
giudicati soltanto dai tribunali cittadini. Dopo l'assassinio dell'arcivescovo
Arnoldo di Selenhofen nell'anno
1160 tali privilegi furono revocati e l'imperatore
Federico Barbarossa fece radere al suolo le mura cittadine. Federico
Barbarossa nel
1184 invitò a Magonza la classe dirigente dell'impero ad una
dieta di corte in occasione dell'investitura dei suoi figli, che alcuni
cronisti dell'epoca descrissero come la più grande festa di tutto il Medioevo.
Già nel
1188 ritornò a Magonza in occasione della partenza per la
terza crociata. Nel
1212
Siegfried III von Eppstein incoronò
Federico II nel duomo di Magonza
e perciò fu ricompensato con
un feudo nel
regno di Sicilia[senza fonte].
Federico II tornò a Magonza nel
1235 per tenere una
dieta imperiale. In tale occasione il 15 agosto fu promulgato il
landfrieden di Magonza.
Negli scontri tra gli
Staufer ed i loro rivali, che negli anni successivi al 1240 divennero sempre
più accesi, i cittadini di Magonza si lasciarono corteggiare da entrambe le
parti. La conseguenza di questa situazione politica furono privilegi ottenuti
nel
1244 dall'arcivescovo
Siegfried III von Eppstein come ricompensa per il loro appoggio. In seguito
a ciò l'arcivescovo rimase solo formalmente il capo della città ed il potere
passò nelle mani dei cittadini rappresentati da un consiglio cittadino di 24
membri. Oltre a ciò i cittadini ottennero il privilegio di non essere chiamati
alle armi nelle controversie militari che non riguardavano direttamente la
difesa della città. A partire da questo momento Magonza era diventata la
libera città di Magonza.
Libera
città di Magonza
Il privilegio promulgato da Siegfried von Eppstein
Il periodo della
libera città imperiale di Magonza (fino al
1462) è considerato l'apice della storia cittadina. A quegli anni risale
anche la fondazione del Rheinischer Städtebund (unione delle città renane) nel
1254. Il commercio e le attività produttive fiorirono favoriti dallo
Städtebund e dal Mainzer Landfrieden del
1235.
Nella guerra nota come Mainzer Stiftsfehde i cittadini di Magonza
combatterono al fianco dell'arcivescovo
Diether von Isenburg, che si era inimicato sia l'imperatore, sia il papa.
Nel
1462 la città fu espugnata da
Adolfo II di Nassau, che rivendicava per sé il titolo di arcivescovo. Egli
abolì i privilegi della città, che perse così tutta la sua rilevanza politica.
Città residenza di un principe elettore
Come suo successore, Adolfo II suggerì al sempre più potente Mainzer
Domkapitel (capitolo del duomo di Magonza) proprio il suo predecessore
Diether von Isenburg. Egli fondò nel
1477 l'università, già prevista da Adolfo II.
La
riforma protestante, nata nel
1517, sembrava avere buone possibilità di diffusione a Magonza. La
stampa a caratteri mobili inventata in città attorno al
1450 da
Johannes Gutenberg favorì la circolazione delle idee e l'arcivescovo e
cardinale
Albrecht von Brandenburg era inizialmente molto aperto sulla riforma, che
però alla fine non riuscì a prevalere. Per ben due volte il Domkapitel
elesse con una ristretta maggioranza arcivescovi cattolici. Con l'eccezione
delle Garnisonsgemeinden, fino al
1802 in città non poterono sorgere comunità protestanti.
All'inizio del XVII secolo Magonza fu fortificata e ciò pregiudicò lo
sviluppo urbanistico della città fino all'inizio del XX secolo. Nonostante le
fortificazioni, nella
Guerra dei Trent'Anni, Magonza fu conquistata senza l'uso delle armi da
parte dell'esercito
svedese. Dopo la fine delle ostilità, nel
1647,
Johann Philipp von Schönborn fu eletto arcivescovo e sotto il suo
pontificato Magonza si riprese rapidamente dalle devastazioni della guerra.[2]
Nel successivo periodo barocco furono costruiti splendidi edifici, ancora
oggi ben conservati.
La fine del vecchio ordine
Lo stemma napoleonico di Magonza
Il principe elettore e arcivescovo di Magonza
Friedrich Karl Josef von Erthal appoggiò la linea dura dell'impero nei
confronti delle idee rivoluzionarie. Dopo che la Francia nel
1792 aveva conquistato i territori ad ovest del Reno, inclusa Magonza
(generale
Adamo Filippo de Custine, 21 ottobre), egli dovette abbandonare la città. Su
disposizione delle forze occupanti nel
1793 si tennero le prime elezioni libere. Questa
Repubblica di Magonza è considerata la prima democrazia sul suolo tedesco.
L'esperienza repubblicana durò solo pochi mesi, dopo i quali la città tornò
sotto il controllo prussiano (Assedio
di Magonza, 14 aprile - 23 luglio
1793).
Le guerre napoleoniche proseguirono e portarono nel
1797 ad una nuova occupazione della città. La nobiltà sparì da Magonza,
consentendo l'ascesa della borghesia. Come indennizzo per gli aristocratici
espropriati dai francesi la Reichsdeputation straordinaria di
Ratisbona del
1803 decise la revoca dei principi elettori religiosi. Magonza divenne la
capitale del dipartimento francese di Mont-Tonnerre (in tedesco Donnersberg)
amministrato dal prefetto francese
Jeanbon St. André.
Magonza nel XIX secolo
Magonza nel 1844 (litografia
di J. Lehnhardt
Magonza nel 1900
A partire dal
1816 la città appartenne al Principato di
Assia-Darmstadt e ciò ne ridusse notevolmente il suo potere politico;
d'altra parte il sistema di fortificazione ne limitò lo sviluppo urbanistico. In
questo periodo, invece, nel
1837, ha origine la tradizione del carnevale di Magonza. Dopo la
guerra franco-prussiana Magonza perse il suo ruolo di fortezza ed a partire
dal
1886 iniziò un periodo di sviluppo edilizio e crescita demografica.
Magonza nel XX secolo
La
prima guerra mondiale segnò la fine dello sviluppo della città. Fino al
1930 Magonza fu nuovamente occupata dai francesi; negli anni trenta furono
annesse numerose nuove frazioni, che portarono al raddoppio dell'estensione del
territorio comunale. Nel
1938 Magonza divenne città indipendente.
Il
nazionalsocialismo faticò ad ottenere consenso a Magonza. Ancora in
occasione della presa del potere il 30 gennaio
1933 la popolazione era largamente ostile al nuovo regime. Le cose
cambiarono negli anni successivi: la comunità ebraica che contava circa 3000
persone fu quasi totalmente deportata. La
seconda guerra mondiale inizialmente sembrava risparmiare la città, ma nel
1942 ci furono i primi pesanti bombardamenti. Il peggiore attacco si
verificò il 27 febbraio
1945, quando Magonza fu quasi totalmente distrutta da bombardieri britannici
e furono uccise circa 1200 persone. Alla fine della guerra la città era stata
distrutta per l'80%.
Dopo la guerra Magonza fu nuovamente occupata dai francesi. Il confine tra la
zona di occupazione francese e quella americana nelle vicinanze di Magonza è
costituito dal fiume Reno; alcune frazioni sulla sponda destra (Amöneburg,
Kastel e Kostheim) furono assegnate a
Wiesbaden. Altre frazioni sempre comprese nella zona americana tornarono dei
comuni indipendenti: Bischofsheim, Ginsheim e Gustavsburg. La rifondazione dei
land dell'Assia
e della
Renania Palatinato rese definitiva la separazione da Magonza delle frazioni
sopra citate. Nel
1946 fu anche rifondata l'università, che era stata soppressa nel
1798. Nel
1950 Magonza sostituì
Coblenza come capitale del land della Renania Palatinato.
Stemma
Stemma ufficiale della città di Magonza dal 2008
Lo stemma della città di Magonza è costituito da due ruote a sei raggi
argentate e connesse da una croce obliqua, anch'essa argentata, su sfondo rosso.
I colori della città sono rosso e bianco.
In origine lo stemma rappresentava il patrono della città, il santo
Martino di Tours. Il sigillo della città del
1300 mostrava quest'ultimo assieme alla ruota di Magonza. L'arcivescovo di
Magonza, che era anche un principe elettore, inserì la ruota anche nello stemma
territoriale. Per distinguersi la città adottò quindi come stemma la ruota
doppia, mentre dal
XVI secolo si preferì la ruota inclinata. In occasione dell'annessione alla
Francia furono vietati tutti gli stemmi nelle zone occupate. Il sigillo
della Mairie - l'autorità comunale francese - rappresentava la dea della libertà
con il
cappello frigio. Dopo l'incoronazione di
Napoleone Bonaparte nel
1804 il sigillo conteneva l'aquila imperiale francese. Dal 13 giugno
1811 fu riammessa la ruota di Magonza. Allo stemma furono aggiunte in alto
le tre api del casato di Napoleone; i colori tuttavia erano scambiati. Tra il
1835 ed il
1915 c'era anche un'immagine delle fortificazioni di Magonza. Nel corso
delle storia della città fu anche ripetutamente modificata la forma della ruota:
furono aggiunti dei raggi e furono modificati vari dettagli. Dal 12 luglio
1915 lo stemma ha un aspetto simile a quello attuale. L'ultima modifica
risale al
2008, quando fu sostituito con una rappresentazione moderna e stilizzata.
Religioni
Il
duomo di Magonza
Il
duomo di Magonza dall'ovest
Per secoli la città fu governata da uno dei più importanti
principi elettori cattolici e ciò ha determinato un notevole radicamento
della religione cattolica. La prima comunità paleocristiana potrebbe essersi
originata già in tarda epoca antica; l'esistenza della
diocesi di Magonza è attestata per la prima volta nel
343. Nel
780/782
Magonza fu elevata al rango di arcidiocesi. Il primo arcivescovo di Magonza fu
Lullus, che nel
754 era succeduto a
Bonifacio (che aveva il titolo di arcivescovo a livello puramente
personale). Magonza divenne quindi capoluogo della più grande
provincia ecclesiastica a nord delle
Alpi. Nel collegio dei sette principi elettori formatosi nel
XIII secolo l'arcivescovo di Magonza assunse un ruolo dominante.
Le origini della comunità ebraica non sono chiare. La tesi più accreditata
(supportata da molti indizi, ma non provata) suggerisce che i primi
ebrei siano giunti al seguito dei
Romani. Il primo documento attestante la presenza di una fiorente comunità
ebraica risale alla seconda metà del
X secolo; mentre nel cimitero ebraico sono conservate lapidi risalenti all'XI
secolo. La comunità fu ripetutamente decimata dai
pogrom durante il periodo delle
crociate, oltre che dalle epidemie di
peste. Prima del
1933 essa contava circa 3000 persone, nel
1946 ne erano rimaste 59. Nel
1997 gli ebrei erano 203, cioè circa lo 0,1 % della popolazione.
La vecchia sinagoga fu incendiata e completamente devastata in epoca nazista.
Nel
1999 è stato indetto un concorso per la realizzazione di una nuova sinagoga
e di un centro di aggregazione per la comunità ebraica. Il progetto verrà
realizzato dall'architetto Manuel Herz nel luogo in cui sorgeva il vecchio
edificio. La sinagoga di Weisenau ha invece superato indenne le vicende belliche
ed è stata restaurata alla fine degli
anni 1990.
Kaiserstraße e
Christuskirche, la chiesa luterana
Magonza non è mai stata uno dei centri nevralgici della
riforma protestante. In realtà l'arcivescovo
Albrecht von Brandenburg non era ostile alle idee del protestantesimo, egli
però dipendeva dalla
vendita delle indulgenze, fortemente criticata da
Lutero. I primi contatti con il protestantesimo avvennero pertanto solo con
la
guerra di Smalcalda (1546-1547)
e con l'occupazione della città da parte delle truppe svedesi durante la
guerra dei trent'anni. La nuova confessione non riuscì però a diffondersi e
dopo la fine della guerra dei trent'anni la città tornò saldamente nelle mani
dell'arcivescovo cattolico. Agli abitanti convertiti al protestantesimo fu
revocata la cittadinanza.
Nuova Sinagoga di Magonza
A partire dal
1715 a Magonza si è formata una piccola comunità luterana. Durante la
seconda metà del
XVIII secolo i protestanti non solo furono tollerati, ma il principe
elettore
Emmerich Joseph von Breidbach zu Bürresheim assegnò ad alcuni di essi
importanti incarichi di corte. Sotto il principe
Friedrich Karl Joseph von Erthal ebbero anche un certo influsso nell'ambito
dell'istruzione; non ottennero però degli edifici per il culto. Solo nel
1802, in seguito al cambiamento della situazione politica, fu fondata la
prima comunità protestante. Grazie allo sviluppo economico ed alla conseguente
immigrazione la comunità protestante crebbe in fretta: nel
1849 c'erano 27.633 cattolici e 5.037 protestanti, nel
1901 49.408 cattolici e 31.151 protestanti, nel
1930 78.500 cattolici e 48.500 protestanti e nel
1997 87.367 cattolici e 53.254 protestanti.
La diocesi cattolica, che era stata sciolta nel
1803, nel
1821 assunse la forma attuale, grosso modo coincidente con il
granducato dell'Assia e di Darmstadt, a cui all'epoca apparteneva Magonza.
Nel
1832 le comunità protestanti di Magonza passarono sotto la giurisdizione
della chiesa evangelica del granducato dell'Assia, mantendo un proprio
sovrintendente. Nel
1882 il sovrintendente passò a
Darmstadt, per poi ritornare a Magonza nel
1925. Nel
1934 la sovrintendenza divenne Propstei Rheinhessen. Le comunità protestanti
della città fanno riferimento al decanato di Magonza (Propstei Rheinhessen)
della chiesa evangelica in Assia e Nassau.
Anche altre comunità cristiane sono rappresentate a Magonza (in ordine
cronologico): i
battisti (dal
1862), la
Chiesa dei Vecchi Cattolici (dal
1876), la
chiesa Neo-Apostolica (circa dal
1895), la
chiesa Metodista (dal
1906), la
Chiesa cristiana avventista del settimo giorno (dal
1907), la
comunità dei cristiani (dalla fine degli
anni 1920), la comunità biblica di Magonza (dal
1978), il centro cristiano pentecostale-carismatico "DER FELS" (dal
1981), la
libera comunità evangelica (dal
1982), la
chiesa ortodossa (dal
1992), la comunità EnChristo (dal
1995), il centro delle famiglie cristiane (dal
1998), la
comunità pentecostale "Die BASIS - comunità per questa generazione", ed i
testimoni di Geova.
In seguito ai recenti flussi migratori si è aggiunta una
comunità islamica, che dispone di sei luoghi di culto in città. La
Nuova Sinagoga di Magonza è stata inaugurata il 3 settembre 2010
Urbanistica
Struttura urbanistica
Alcuni edifici del centro storico
L'aspetto di Magonza così come di alcune delle sue frazioni (come Mombach e
Weisenau) è prevalentemente quello di una grande città. Altre frazioni invece
(ad esempio Drais e Finthen) hanno mantenuto un carattere rurale. Gli stretti
vicoli nella zona della Augustinerstraße con le tradizionali case con
intelaiatura a traliccio sono una chiara testimonianza della situazione
urbanistica della città in epoca medievale. La città ha però subito gravi danni
in seguito ai bombardamenti britannici durante la
seconda guerra mondiale, e molti edifici storici hanno lasciato il posto a
costruzioni moderne.
La struttura urbanistica della città nuova è stata progettata da
Eduard Kreyßig attorno al 1900. In quest'epoca l'area urbana è pressoché
raddoppiata e Magonza si è evoluta da città fortezza provinciale a grande città.
Il panorama cittadino dalla sponda del fiume
Reno è caratterizzato da edifici di due differenti epoche: il municipio (di
Arne Jacobsen e
Otto Weitling) con il Hilton-Hotel e la Rheingoldhalle di epoca
moderna ed il complesso
barocco-rinascimentale
costituito dal Neues Zeughaus (oggi cancelleria di Stato), il Deutschhaus (oggi
parlamento del land) ed il Kurfürstliches Schloss (palazzo del principe
elettore). Nel centro storico solo gli edifici più rappresentativi sono stati
ricostruiti dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale. Tra di essi
ricordiamo molti palazzi nobiliari barocchi, parecchi dei quali si trovano nel
Schillerplatz. Lo sviluppo economico degli
anni 1960 ha coinciso con la costruzione di numerosi edifici in quel
decennio e ciò ha influito pesantemente sull'attuale aspetto di Magonza. Tra i
principali edifici del XIX secolo ricordiamo la chiesa protestante
Christuskirche, la
stazione centrale, la
Theodor-Heuss-Brücke (un ponte sul
Reno), parti del teatro costruito da
Georg Moller e delle fortificazioni. La maggior parte degli edifici storici
sono abitazioni private o negozi.
Romanico e gotico a Magonza
La chiesa di Santo Stefano
Ancora oggi a Magonza sono conservate numerose testimonianze
dell'architettura
romanica e
gotica. Il principale edificio romanico di Magonza è il
duomo, fatto costruire dall'arcivescovo
Willigis tra il
975 ed il
1009. Esso fu gravemente danneggiato da un incendio durante il giorno della
sue consacrazione, negli anni successivi fu ricostruito ancora più maestoso
rispetto al progetto iniziale, ma subì due ulteriori incendi nel
1081 e nel
1137. La costruzione dell'edificio si protrasse dunque per molti anni: per
questo motivo sono presenti elementi caratteristici delle varie correnti dello
stile romanico ed in alcuni particolari si nota perfino un influsso gotico. A
ovest del duomo si trova la chiesa di san Giovanni, probabilmente sorta sopra i
resti del primo duomo di Magonza. Costruita in stile tardo-carolingio, essa fu
consacrata nel
910 dall'arcivescovo Hatto, ma in seguito a varie ristrutturazioni ed ai
danni subiti durante la
seconda guerra mondiale ha subito una profonda trasformazione nel corso dei
secoli. L'arcivescovo Willigis fece costruire anche la
chiesa collegiata di
Santo Stefano, che però fu ben presto sostituita da un edificio in stile
gotico ed oggi è la principale chiesa gotica della città. Altre chiese gotiche
sono la chiesa di sant'Emmerano e di san Quintino.
Rinascimento
Il principale edificio rinascimentale di Magonza è il
palazzo del principe elettore. Stilisticamente appartiene al cosiddetto
rinascimento tedesco, di cui è considerato la testimonianza più tarda. Un
altro edificio rinascimentale è la casa Zum Römischen Kaiser, che oggi
ospita il museo Gutenberg, dedicato all'invenzione della
stampa a caratteri mobili. Il Marktbrunnen fatto costruire
dall'arcivescovo Albrecht è una delle più imponenti fontane rinascimentali della
Germania. La transizione verso lo stile barocco si intravvede invece nella
Domus Universitatis, costruita nel
1615 nei pressi dell'odierna piazza Gutenberg e che per secoli è stato
l'edificio profano più alto della città.
Barocco e rococò
Il Neues Zeughaus (davanti) ed il Deutschhaus
caratterizzano il panorama sul Reno nella città.
L'epoca
barocca, principalmente durante il pontificato di
Lothar Franz von Schönborn, rappresentò un periodo di boom edilizio senza
precedenti, i cui risultati sono ancora oggi ben visibili e caratterizzano
ampiamente l'urbanistica di Magonza. In particolare in alcune strade del centro
e lungo il Reno si trovano numerosi palazzi della nobiltà dell'epoca, tra di
esse spicca il Schönborner Hof (iniziato nel
1668) in piazza Schiller. Sono conservate anche alcune chiese di questo
periodo, ma molte sono quelle andate distrutte nel corso della storia. Tra di
esse le principali sono la Augustinerkirche e la chiesa di san Pietro in stile
rococò. La chiesa di sant'Ignazio (1763)
e l'Erthaler Hof (1743)
sono invece esempi precoci di
classicismo.
Fortificazioni
Sono conservati anche numerosi resti delle fortificazioni, risalenti ad
epoche diverse. Il palazzo del comandante della fortezza, che assieme alla
cittadella domina sulla città, è un edificio barocco. Sono però ben visibili
anche parti delle fortificazioni romane e medievali. Sul Reno si innalzano due
torri, il Holzturm e l'Eisenturm, che hanno però perso la loro
funzione di porta della città in seguito ai lavori di sistemazione della sponda
del Reno nel
XIX secolo ed al conseguente innalzamento del fondo stradale. Il Holzturm
fungeva da prigione e vi fu detenuto anche il noto bandito
Johannes Bückler, detto Schinderhannes. Fortificazioni di epoca successiva
sono invece il Fort Malakoff nella parte meridionale della città ed il
grande magazzino delle provviste.
Sviluppo urbanistico
L'accampamento di
Mogontiacum fu ben presto circondato da insediamenti sparsi (latino:
cannabae), in cui vivevano le persone impiegate come manodopera dalle legioni
romane. Dopo il crollo dell'impero la città conobbe un periodo di prosperità,
che coincise con l'inizio della diffusione del
Cristianesimo. La crescita di Magonza è legata principalmente alle attività
commerciali e l'area urbana occupò rapidamente il territorio compreso tra
l'accampamento romano ed il fiume
Reno. Le fortificazioni medievali furono ampiamente riorganizzate secondo
criteri più moderni a partire dalla metà del
XVI secolo. Le nuove mura racchiusero l'intera città ed esternamente ad esse
era vietata la costruzione di fabbricati in pietra, che avrebbero potuto fornire
riparo alle truppe nemiche. Ciò impedì una significativa crescita di Magonza,
che poté riprendere a svilupparsi soltanto tra la fine del
XIX e l'inizio del
XX secolo in seguito all'annessione di alcune frazioni ed alla perdita di
importanza delle fortificazioni (da allora la difesa dalla minaccia francese fu
affidata a
Metz) dopo la
guerra franco-prussiana del
1870/71.
Le mura furono progressivamente demolite e la città poté svilupparsi
liberamente.
Musei
Il panorama museale di Magonza è caratterizzato da musei storici e
archeologici. Il museo romano-germanico (Römisch-Germanisches Zentralmuseum)
fondato nel
1852 è ospitato nel palazzo del principe elettore. Accanto a collezioni
preistoriche e protostoriche, romane e medievali, il museo possiede un
laboratorio di restauro di fama internazionale. Esso ha collaborato al restauro
ed alla conservazione di importanti ritrovamenti archeologici come, ad esempio,
la
mummia del Similaun o il tesoro di Sipán (corredo funebre di un principe
preincaico del
Perù).[3]
L'arco di Dativius-Victor (copia del
1962) con la Christuskirche sullo sfondo
Il Landesmuseum di Magonza, fondato nel
1803, è uno dei più antichi musei della Germania ed ospita un vasto
assortimento di oggetti dall'età della pietra fino alla modernità. Vi sono
raccolti molti resti romani, tra cui i più impressionanti sono i monumenti in
pietra nella cosiddetta Steinhalle, compresi la
colonna di Giove e l'arco di Dativius-Victor. Altrettanto interessanti sono
il Mainzer Römerkopf, che ritrae un membro della
dinastia giulio-claudia, e la testa in bronzo della dea celtica
Rosmerta. La ricca collezione di quadri risale ad una donazione di 36
dipinti da parte di
Napoleone, che fu anche l'occasione della creazione del museo.
Altri resti della città romana sono conservati nel museo della navigazione,
in cui sono esposte alcune navi romane, ritrovate nel
1980 durante i lavori di costruzione di un albergo sulla sponda del
Reno. Anche le statue di
Iside e
Cibele sono emerse in un cantiere edile e sono esposte nella Römerpassage.
I ritrovamenti fatti sul suolo sacro sono stati raccolti a partire dal
2003 in un'esposizione organizzata con moderni criteri pedagogici.
Il
museo Gutenberg è interamente dedicato all'invenzione della
stampa a caratteri mobili e conserva due delle 48 copie superstiti dalla
Bibbia di Gutenberg. Sono anche esposti numerosi oggetti relativi alla
storia delle tecniche di stampa e della tipografia.
Il museo diocesano nel chiostro del duomo documenta la storia della
diocesi di Magonza. Tra gli altri musei, oltre al museo di storia cittadina,
vi è un museo dedicato al carnevale. Il museo di storia naturale è il più grande
della
Renania-Palatinato ed è specializzato nella biologia e nelle scienze della
terra. Il museo della guarnigione è ospitato all'interno della cittadella e vi
sono esposti materiali relativi alla bimillenaria storia della città fortezza di
Magonza.
COLONIA
-
nome tedesco: Köln
-
abitanti: 995.400
-
stranieri a Colonia: 169.000 (17%)
-
italiani residenti a Colonia: 18.500
-
quarta città della Germania dopo Berlino, Amburgo e
Monaco di Baviera
-
regione: Nordrhein-Westfalen (Nordreno-Vestfalia)
-
città gemellata in Italia: Torino
-
economia: automobili, chimica, alimentari, fiere, turismo,
mass-media
-
confessioni: 41,6% cattolici, 17,5% protestanti, 10%
musulmani,
30% altre confessioni o senza confessione
-
sito ufficiale:
www.koeln.de
-
targa automobilistica: K (vedi:
tutte le targhe
tedesche)
Nel 39 a.C.
la tribù degli
Ubi
si accordò con le autorità
romane per insediarsi sulla sponda sinistra del
Reno; l'insediamento romano prese allora il nome di Ara Ubiorum o
Oppidum Ubiorum, divenendo poi un'importante base militare romana. Nel
49
Agrippina minore, la moglie dell'imperatore
Claudio e
figlia di Germanico, chiese che il villaggio in cui era nata fosse innalzato al
rango di
colonia: fu allora istituita Colonia Claudia Ara Agrippinensium ("la
colonia di Claudio e l'altare di Agrippina") o, più semplicemente, Colonia
Agrippina.[1]
Nell'80 fu costruito un
acquedotto, l'acquedotto
Eifel, uno dei più lunghi dell'Impero
romano, con una portata di
20 000 m³
di acqua al giorno. Dieci anni dopo la colonia divenne la capitale della
provincia romana della
Germania inferiore, raggiungendo una popolazione di
45 000 abitanti.
Nel III
secolo appena 20 000
persone abitavano nella città e nei suoi dintorni. Nel
260 il generale
ribelle Postumo
fece di Colonia la capitale del suo
Impero delle Gallie, che includeva i territori nord-occidentali dell'Impero
romano; lo stato fondato da Postumo durò, però, solo quattordici anni. Nel
310 l'imperatore
Costantino I fece costruire un ponte sul Reno, difeso da un forte posto
sull'altra sponda e noto come castellum Divitiae (il moderno sobborgo di
Deutz). Nel 355 la
città fu assediata dagli
Alemanni
per 10 mesi: catturata, fu ripresa alcuni mesi dopo dal futuro imperatore
Giuliano.
Infine, nel 455 i
Franchi
Sali conquistarono Colonia definitivamente e ne fecero la propria capitale.
Tarda
antichità e basso Medioevo
Colonia divenne presto una diocesi e godette di una posizione politicamente
privilegiata sul finire dell'Impero romano, anche per la sua vicinanza a
Treviri. La
continuità come sede episcopale non è certa, a causa della carenza di fonti
scritte durante le cosiddette
invasioni barbariche. In ogni caso Colonia, prima capitale di un regno
franco, poi incorporata nel regno dei Merovingi da
Clodoveo I
all'inizio del VI secolo, divenne presto una diocesi importante. Verso la fine
dell'epoca merovingia Colonia divenne anche una residenza reale.
A partire dall'epoca carolingia è attestata con certezza l'importanza di
primo rango a livello imperiale dell'arcivescovo (prima
vescovo) di
Colonia. Nel 1164 l'arcivescovo
Rainald von Dassel si appropriò delle
reliquie dei tre magi, che fino ad allora si trovavano a
Milano; parte
delle reliquie che si trovavano a Milano si trovano tuttora nel nord Italia,
sulle Prealpi Varesine nella frazione di
Induno
Olona, Olona. La costruzione delle mura del 1180 (certificata in documenti
del 27 luglio e del 18 agosto), prova che fu (e rimase probabilmente a lungo) la
più grande città tedesca. Le mura erano infatti più grandi di quelle fatte
costruire da
Filippo II di Francia a Parigi. Dal
XII secolo
infatti Colonia fu definita "Sancta", al pari solo di
Gerusalemme,
Costantinopoli e
Roma: «Sancta Colonia Dei Gratia Romanae Ecclesiae Fidelis Filia». Fu deciso
quindi di costruire una chiesa di irraggiunta grandezza per onorare in giusto
modo le reliquie dei tre magi: nel 1248 fu posata la prima pietra del duomo di
Colonia. Ben presto la città divenne città imperiale ed immediata, cioè
indipendente e solamente soggetta all'alta potestà dell'imperatore, mentre il
suo arcivescovo avendo costituito un principato elettorale nell'ambito dell'Arcidiocesi
di Colonia, pose la propria sede a
Bonn non potendo
soggiornare in città per più di tre giorni senza il permesso del Magistrato
cittadino.
Epoca moderna
La sua posizione sulle rive del
Reno (Rhein
in tedesco), in prossimità di uno dei principali itinerari commerciali fra
Europa orientale ed occidentale, rese la sua fondazione di importanza
capitale. Nel
Medioevo, inoltre, crebbe la sua importanza come centro ecclesiastico, d'arte
e di cultura.
Colonia fu distrutta per oltre il 90% durante l'ultima guerra mentre oggi è
la sede di un'importante
università e di un
arcivescovado della
Chiesa cattolica. Il
duomo di Colonia, la più grande
chiesa
gotica del Nord-Europa, che ospita quelle che secondo la tradizione sono le
reliquie dei
Re Magi, e che è stata indicata come
patrimonio dell'umanità dall'UNESCO
nel 1996, è il
luogo principale e il simbolo della città.
La popolazione di Colonia è al 43% cattolica, al 18% protestante e al 39%
aconfessionale o di altra fede. Nell'agosto
2005 la città ha
ospitato la
XX Giornata mondiale della gioventù richiamando oltre un milione di giovani
provenienti da tutto il mondo.
Le distruzioni della seconda guerra mondiale
A Colonia, i bombardamenti mediante il maximum use of fire (ovvero le
tempeste di fuoco) progettate dal
Bomber Command inglese non ebbero effetto immediato. L'uso delle bombe
dirompenti che penetravano nel sottosuolo serviva a distruggere le condutture
dell'acqua onde impedire ai pompieri lo spegnimento degli incendi, ma nei primi
attacchi del 30 maggio 1942 la vicinanza del Reno impedì lo scatenarsi di
un'unica grande nube di fuoco. In quell'occasione, 1700 piccoli incendi
appiccati da 12000 focolai distrussero “solo” 3300 edifici. Ci vollero i 261
attacchi successivi per ottenere lo sbriciolamento del 90% del centro cittadino
durante tutta la durata della guerra. In un periodo così lungo, Colonia divenne
anche la “discarica” delle bombe in eccesso durante i viaggi di andata e ritorno
dei bombardieri inglesi sul territorio della Germania.
Durante gli attacchi avvenuti tra il 16 giugno e il 9 luglio 1944, la seconda
incursione uccise 4377 persone e distrusse un patrimonio storico di 1900 anni in
77 minuti. (Citazioni dal libro: La Germania bombardata, di Jorg
Friedrich).
Il nome tedesco è Köln, ed è la più grande città della regione di
Nordrhein-Westfalen, situata sul Reno. Colonia era già abitata dai romani
che hanno lasciato dei monumenti importanti nella città. Oggi è uno dei
centri industriali più importanti della Germania occidentale. È stata
gravemente distrutta durante l'ultima guerra. Colonia ha una famosa e antica
università fondata nel XIV secolo, oggi è una delle università più grandi
della Germania.
La città è dominata dal duomo, una imponente costruzione gotica che da sola
basterebbe già per rendere Colonia una meta turistica di prim'ordine (vedi
la pagina sul
Duomo di Colonia). I romani erano i primi ad abitare qui ("Colonia
Agrippiniensium"). Anche chi non si interessa di storia troverà molto
interessante il Museo romano-germanico che da un'idea della vita quotidiana
di 2000 anni fa. Inoltre, a Colonia, ci sono molti altri importanti musei e
circa 120 gallerie d'arte.
La gente di Colonia è nota per l'allegria e il loro carnevale, insieme a
quello della vicina Düsseldorf e quello di Mainz (Magonza), attira ogni anno
più di un milione di visitatori da tutta la Germania. Durante una
passeggiata nel centro bisogna anche assaggiare la birra tipica della città,
il "Kölsch". Partendo da Köln ci sono molte possibilità di fare gite in
battello sul Reno.
Colonia - le cose più importanti da vedere:
-
la cattedrale gotica (inizio della costruzione:1248, conclusione:
1880)
-
il museo di cultura romano-germanico (accanto al duomo)
-
il "Museum Ludwig" con arte moderna e contemporanea (accanto al
duomo)
-
il museo della cioccolata
-
il museo del profumo
-
il centro pedonale
-
molte chiese in stile romanico
-
il palazzo municipale del XIV sec.
Nonostante i millenni di storia e gli antichi
monumenti che la contraddistinguono, quali la famosissima cattedrale
gotica dalle guglie appuntite, il museo di cultura romano-germanica, i resti
archeologici di epoca romana e le numerose chiese in stile romanico, una delle
sue attrazioni più conosciute è anche una delle più moderne. Non stiamo parlando
del bellissimo ponte sul Reno, ma del museo della cioccolata, lo
Schokoladenmuseum, che è stato fondato nel 1993 ma è già diventato noto tra gli
amanti della cioccolata di tutto il mondo.
Colonia è sempre stata la capitale tedesca del cioccolato, poiché vi ha sede la
Stollwerck, enorme compagnia che un tempo fu la seconda azienda fornitrice di
cioccolato per gli Stati Uniti.
Il museo della cioccolata iniziò con una mostra in occasione del 150°
anniversario della Stollwerk: ebbe così tanto successo che da essa nacque l’idea
di un vero e proprio museo aperto tutto l’anno. Il Schokoladenmuseum fu aperto
il 31 Ottobre del 1993, fu finanziato da Dr. Imhof e conta più di 5 milioni di
visitatori l’anno, per la maggior parte turisti. L’esposizione è nata per essere
un’esperienza interattiva, che accompagna il visitatore dalla fava di cacao alla
tavoletta finita e confezionata.
Settimo giorno
Lasciamo Colonia per
115 Km castello di
Cochem 56812 Reichsburg Cochem GmbH Schloßstraße 36—
90 Km
Treviri visita città
110 Km - 57000 Metz
STORIA DEL CASTELLO COCHEM
Si ritiene generalmente che il castello di Cochem è stata costruita intorno al
1000 dal conte palatino Ezzo, figlio e successore di Palatinato conte Hermann
Pusilius.
Il castello è stata la prima volta in un documento nel 1051, quando Richeza, la
figlia maggiore di Ezzo e l'ex regina di Polonia, ha dato il castello di suo
nipote conte palatino Enrico I. Anche quando la famiglia di Ezzo cessato di
essere conta Palatinato, Cochem è rimasto collegato al titolo di
i conteggi Palatinato.
Anni dopo, nel 1151, il re Konrad III pose fine a una controversia riguardante
la successione occupando il castello con truppe.
Come questo, ha finalmente preso il controllo del castello, che divenne un feudo
imperiale.
Così, Cochem divenne un castello imperiale nel momento in cui la dinastia
Staufer regnava in Germania.
Da questo momento in poi, i ministri imperiali - con il titolo di "Signore del
castello" - sono stati installati per amministrare il castello e le proprietà
circostanti.
Nel 1294, il re Adolfo di Nassau dato in pegno il castello e la città di Cochem,
così come la proprietà imperiale circostante di circa 50 villaggi per Boemund I
di Treviri, al fine di pagare per la sua incoronazione a imperatore tedesco.
Ma né Adolf né il suo successore, il re Albrecht I d'Austria potuto riscattare
il pegno.
Per questo motivo gli arcivescovi di Treviri tenuti Cochem come feudo ereditario
fino al 1794.
Sotto il regno di Arcivescovo Balduin (1307-1354) il castello fu ampliato e
fortificato.
Dal 1419, i Signori del castello sono stati sostituiti da magistrati locali.
Quando le truppe di re Luigi XIV (detto Re Sole) hanno invaso il Reno e la zona
della Mosella nella guerra di successione del Palatinato, il castello di Cochem,
troppo, è stata occupata nel 1688.
Dopo che la città era stata completamente occupata dalle truppe francesi, nel
marzo 1689, il castello fu incendiato, minato e fatto saltare in aria il 19
maggio del 1689.
Le truppe del Re Sole del francese quasi completamente distrutto la città di
Cochem.
Il castello rimase in rovina fino al 1868, quando a Berlino business man, il
signor Louis Ravené, ha acquistato il parco del castello e le rovine.
Poco dopo il suo acquisto ha cominciato a ricostruire Castello di Cochem che
incorpora i resti di edifici tardo gotici nella struttura del castello
principale.
L'intera struttura è stata ricostruita in poi popolare stile architettonico
neo-gotico.
Questo stile corrisponde agli ideali romantici in voga in Germania nel 19 °
secolo.
La tendenza al momento in tutta la Germania era per nobiltà o di altre persone
ricche di acquistare e ristrutturare le rovine del castello come residenze
estive in famiglia.
La famiglia Ravené ha seguito questa tendenza e ha usato il castello come
residenza estiva della famiglia.
Oggi il castello è ancora ben attrezzata con mobili rinascimentali e barocchi,
che è stato accuratamente raccolti dalla famiglia Ravené.
Dal 1978 il castello è stato di proprietà della città di Cochem ed è gestito da
"Reichsburg Cochem Ltd."
Castello di Cochem, situato su una collina in sospeso più di 100 metri sopra il
fiume Mosella, è una popolare attrazione turistica.
Treviri
(ted. Trier) Città della
Germania (104.640
ab. nel 2008), nella Renania-Palatinato, posta a 124 m s.l.m., sulla
Mosella, nei pressi
del confine del
Lussemburgo. È il principale centro della regione vinicola della Mosella e
sede di industrie enologiche, tessili, meccaniche e del cuoio, ma soprattutto è
un importante centro turistico e culturale.
Fondata da Augusto tra il 16 e il 13 a.C. nel
territorio dei Treveri
con il nome di Augusta Treverorum, la città
acquistò rapidamente importanza; con l’ordinamento dioclezianeo, divenuta
Treveri, fu capitale della Belgica, poi sede
del Cesare d’Occidente. Nel 462 o 464 passò in possesso dei Franchi. Scelta come
sede da alcuni re, poi sostituita da
Metz, ebbe di nuovo un
periodo di splendore sotto Pipino e Carlomagno, ma in seguito decadde. Nell’898
l’arcivescovo Radbodo acquistò i diritti dei conti di T., fondando il potere
temporale della sede episcopale. Nel 10° sec. l’arcivescovo con l’appoggio
imperiale riuscì a imporre il suo potere sulla città. Appoggiandosi agli
ordini
mendicanti le principali famiglie si organizzarono allora nello scabinato,
che fu abolito nel 1436. T. partecipò alla
guerra dei
contadini, mentre nel 1559 il tentativo di introdurre la Riforma fallì. Nel
1580 dovette sottomettersi all’Elettore palatino. Gravemente danneggiata dalla
guerra dei Trent’anni e durante le guerre di Luigi XIV, dal 1798 T. fu la
capitale del dipartimento francese della
Sarre. Nel 1815 passò
alla Prussia. Dopo la
Prima
guerra mondiale fu occupata da truppe alleate dal dicembre 1918 al giugno
1930.
All’interno delle mura romane,
l’infrastruttura della città si dispose simmetricamente attorno a un cardine e a
un decumano massimo con il foro nel loro punto di intersezione. All’estremità
settentrionale del decumano, nella cinta muraria romana, si trova la Porta Nigra
(2° sec. d.C.). In fondo al cardine massimo sorgono le terme imperiali (3° sec.
d.C.). Altre terme rimangono nella città (Barbarathermen), dove è ben conservata
la grande basilica absidata (Aula Palatina). Sono emersi inoltre resti di un
monumentale impianto (4° sec. d.C.) comprendente aule basilicali, ambienti
intermedi, impianti d’acqua, decorazioni marmoree e musive. Da una casa romana
proviene un grande e ricco mosaico con varie figurazioni. Rimangono gli
horrea, e fuori
delle mura si stendono le necropoli. Di notevole interesse, sulla strada
T.-Bingen, i monumenti funerari di Neumagen (Noviomagus),
databili tra l’epoca traianeo-adrianea e quella costantiniana. Oltre a S.
Martino (4° sec.), il monumento medievale più importante è il duomo (restaurato,
1970-80), originaria costruzione romana, poi basilica dell’11° sec., con
aggiunte del 12° (coro orientale e cripta) e del 13° (volte); una sala romanica
dà nel chiostro (sec. 13°) gotico; rimangono alcuni rilievi (1160 ca.). Sono da
ricordare anche la Liebfrauenkirche (1242-53) a pianta centrale, importante
monumento del gotico; St. Matthias (1131-43) con facciata barocca (1783) e il
convento (1225-50 ca., gotico borgognone); St. Gangolf (15° sec.); St. Paulin,
di B. Neumann
(1734). Splendidi esempi di architettura civile medievale sono: il Frankenturm,
il tipo più antico della casa di pietra (1100 ca.), il Dreikönigshaus (1220 ca.)
ecc. Notevole la fontana di S. Pietro, nel mercato centrale (H.R. Hoffmann,
1595). Barocchi sono il Palazzo Arcivescovile e il Palazzo Kesselstatt (J.V.
Thormann, 1742), di cui si conserva la facciata.
Principali istituzioni culturali sono il
Museo Diocesano, il Museo Municipale e la Biblioteca Comunale.
Ottavo giorno
Visita Metz
60 Km Nancy visita
città
180 Km Mulhouse
METZ
In tempi antichi Metz, allora conosciuta con il nome di
Divodurum (la città dal "monte sacro"), era la capitale dei
Mediomatrici, tribù
celtica il cui
nome, contratto in Mettis, è alle origini dell'attuale nome della città. Agli
inizi dell'era cristiana, il sito era già occupato dai
Romani. Metz divenne una delle città principali della
Gallia, più
popolata di
Lutetia, ricca per merito delle sue esportazioni di vino e con uno dei più
vasti anfiteatri della regione. All'incrocio di numerose strade militari, ed
essendo anche una città molto ben fortificata, divenne presto di notevole
importanza. Una tra le ultime roccaforti romane ad arrendersi alle
tribù germaniche,
fu conquistata da
Attila nel 451, e
infine passò, verso la fine del V secolo e attraverso pacifiche negoziazioni,
nelle mani dei
Franchi.
Teodorico d'Austrasia
la scelse come residenza nel
511; il successivo
regno della regina
Brunilde
donò grande splendore alla città.
Sebbene le prime chiese cristiane siano state trovate all'esterno della
città, l'esistenza all'interno delle mura dell'oratorio di Santo Stefano è
provata fin dal V secolo. All'inizio del VII secolo, i più vecchi edifici
monastici erano quelli di Santa Glossinde e San Pietro. Sotto i
Carolingi,
la città conservò la benevolenza dei dominatori, i cui troni di famiglia non
erano lontani;
Carlo il Calvo venne incoronato nella Basilica, e qui
Ludovico il Pio e suo figlio Drogone sono sepolti.
Nell'843 Metz
divenne la capitale del
Ducato di Lorena, e vi si tennero svariati concili e adunanze politiche.
Numerosi manoscritti cristiani, prodotto delle scuole di scrittura e pittura di
Metz (ad esempio il famoso manoscritto "Trier Ada" e il Messale di Drogone, ad
uso personale di un vescovo della casa reale) sono prove di vita
intellettualmente attive e di un mecenatismo sontuoso nella Metz carolingia.
Nell'870 la
città divenne parte del
Regno Franco d'Oriente e appartenne, tra il
911 e il
925, alla
Francia, come
parte della Lorena. La crescente difficoltà dei vescovi nella città aumentò
ancora quando Adalberto I (928-62) ottenne parte dei privilegi spettanti ai
conti; fino al XII secolo, quindi, la storia della città è in pratica identica
alla storia dei suoi Vescovi. Nel
1039 fu costruito
uno splendido edificio che prese il posto della vecchia chiesa di Santo Stefano.
L'indipendenza comunale
Nel XII secolo cominciarono gli sforzi dei cittadini per liberarsi dalla
dominazione dei vescovi. Nel
1180 per la prima
volta i cittadini si riunirono in una stretta
corporazione, e nel
1207 i Tredecem iurati vennero nominati rappresentanti della municipalità,
anche se erano ancora investiti direttamente dal vescovo. Il prelato aveva anche
un'influenza di potenziale controllo nella selezione dell'ufficiale che
presiedeva il comitato dei consiglieri, apparso per la prima volta nel secolo XI.
I 25 rappresentanti inviati dai vari municipi mantenevano una posizione
indipendente: nelle materie giuridiche essi aiutavano i Tredecem iurati e
formavano l'elemento democratico del sistema di governo. Le altre autorità
municipali venivano scelte dall'aristocrazia della città, ad esempio dalle
cinque associazioni i cui membri erano scelti da famiglie ricche per proteggere
gli interessi dei loro congiunti. L'altro corpo di rappresentanti, definiti una
comune, apparve già dal
1297 ed era composto dal doppio dei membri che avevano i precedenti cinque
"parlamenti". Facendo causa comune, le unioni delle famiglie più vecchie della
città e la comune trovarono vantaggioso accrescere gradualmente i poteri della
città in opposizione a quelli dei vescovi, e anche mantenere il controllo del
governo della municipalità completamente nelle loro mani e al di fuori di quelle
dei crescenti consorzi: in questo modo fino al
XVI secolo
Metz rimase una organizzazione puramente aristocratica. Nel
1300 questi gruppi
si guadagnarono il diritto di essere eletti a capo consigliere comunale, durante
il XIV
secolo ottennero il diritto di eleggere i Tredecem iurati, mentre dal
1383 poterono
coniare monete. La città dovette spesso lottare per difendere la propria
libertà; nel periodo 1324-27 contro i Duchi del Lussemburgo e Lorena, come anche
contro l'arcivescovo
di Treviri; nel
1363 e 1365
contro la banda di mercenari inglesi comandati da Arnoldo di Cervola, nel
XV secolo
contro la Francia e i duchi di
Borgogna,
che cercarono di annettere Metz ai loro territori o quantomeno di esercitarvi un
protettorato. I consorzi, che durante il XIV secolo avevano raggiunto una grande
indipendenza, vennero completamente soppressi (1383): nel (1405)
l'ultimo tentativo degli artigiani di impossessarsi, con la rivolta, del governo
della città fu soffocato nel sangue.
L'annessione alla Francia
Nonostante mantenesse
la propria indipendenza, anche se ad alto costo, e rimanesse, almeno
esteriormente, parte dell'Impero
tedesco, i cui governanti si preoccupavano
comunque abbastanza poco di questa importante roccaforte di frontiera.
Carlo IV nel
1354 e nel
1356 tenne svariate diete nella città, durante
l'ultima delle quali venne promulgato il famoso statuto conosciuto come
Bulla Aurea. La città
sentiva comunque di occupare una posizione quasi di indipendenza tra la
Francia e la
Germania, e voleva più
che altro cercare di evadere dagli obblighi di tasse a favore dell'Impero e la
possibilità di partecipare alle diete. L'allontanamento tra Metz e gli stati
germanici divenne sempre più evidente, e si giunse a una situazione per cui,
durante le rivolte religiose e politiche del
1552 Metz si venne a trovare nel mezzo della
guerra tra
Carlo V e i principi
insorti della
Lega di Smalcalda. Con un
accordo dei principi tedeschi,
Maurizio di Sassonia,
Filippo I d'Assia,
Giovanni Alberto I di Meclemburgo-Schwerin
e
Giorgio Federico di Brandeburgo,
con
Enrico II di Francia,
ratificato dal re francese a
Chambord (15 gennaio),
Metz venne ufficialmente trasferita alla
Francia, le porte della
città vennero aperte 3 mesi dopo, ed Enrico prese possesso della città come
vicarius sacri imperii et urbis protector.
Francesco I di Guisa,
comandante della guarnigione, restaurò le vecchie fortificazioni e ne aggiunse
di nuove, riuscendo con successo a resistere agli attacchi dell'imperatore da
ottobre a dicembre
1552; Metz rimase così francese. Il
riconoscimento dell'Impero della resa di Metz alla Francia arrivò alla
conclusione della
pace di Vestfalia. Con la
costruzione della cittadella (1555-62) il nuovo governo si difese dai cittadini,
scontentati dallo svolgersi degli eventi. Presto avvennero importanti modifiche
interne. Al posto del precedente governo, c'era l'autorità del re di Francia, il
cui rappresentante era il governatore. Il capo consigliere comunale, adesso
scelto dal governatore, venne rimpiazzato (1640)
da un Maggiore reale. Gli stessi consiglieri erano scelti dal governo nel totale
dei residenti; nel
1633 la giurisdizione passò al Parlamento. I
poteri dei Tredecem jurati furono ridotti, fino alla totale abolizione nel
1634, e rimpiazzati dal
castaldo reale. Tra le città della Lorena, Metz ebbe una posizione preminente
durante il possesso francese per due ragioni. In primo luogo, divenne una tra le
più importanti fortezze grazie al lavoro di
Vauban (1674)
e
Cormontaigne (1730),
secondariamente divenne la capitale del potere temporale delle tre diocesi di
Metz,
Toul e
Verdun, che la Francia
aveva confiscato (1552)
e, dopo la pace di Vestfalia, mantenuto. Nel
1633 fu creata per questa "provincia dei tre
vescovi" (anche detta "Généralité des trois évêchés" o "intendenza di Metz") una
suprema corte di giustizia e d'amministrazione, il
Parlamento di Metz. Nel
1681 la Camera Reale, il
cui dovere era di decidere quale feudo appartenesse alle tre diocesi che
Luigi XIV reclamava per
la Francia, venne aggiunta a questo Parlamento, che durò, attraversando anche un
temporaneo scioglimento (1771-75), fino all'accomodamento finale dell'Assemblea
Nazionale nel
1789, a cui seguì la
divisione del territorio in dipartimenti e distretti. Metz divenne, in
quell'occasione, capitale del
dipartimento della
Mosella, creato nel
1790. La
rivoluzione portò grande
scompiglio nella città per la cui posizione di confine, accomodando agevoli
aiuti esteri, offrì rifugio a molti emigrati controrivoluzionari. Nelle campagne
del
1814 e
1815 gli eserciti alleati assediarono due volte
la città, senza riuscire a prenderla.
La
Conquista tedesca
Durante la
guerra franco-prussiana del 1870-71 Metz fu la sede dei corpi della terza
armata francese al comando di
Bazaine. Egli stesso, dopo le battaglie di Colombey,
Mars-la-Tour e
Gravelotte fu assediato nella città (Assedio
di Metz). L'esercito tedesco era comandato dal principe
Federico Carlo di Prussia: dal momento che le sortite della guarnigione
furono incapaci di rompere le linee tedesche, Metz fu costretta alla
capitolazione il 27 ottobre. Circa 6000 ufficiali francesi e 170000 uomini
furono fatti prigionieri. Con il
Trattato di Francoforte nel
1871, Metz divenne
città tedesca, e furono costruiti una guarnigione più importante e una fortezza
più sicura. Nonostante la partenza di molti abitanti che si trasferirono in
Francia per evitare di vivere sotto il dominio tedesco, Metz si espanse e si
trasformò durante il periodo del giogo tedesco. Le fortificazioni a sud e a est
vennero abbattute nel
1898, assicurando spazio per la crescita e lo sviluppo. Ci sono comunque
ancora in città grandi edifici neo-romanici tipici dell'impero tedesco.
Le due Guerre
In seguito all'armistizio con la Germania che concluse la
prima guerra mondiale, l'esercito francese entrò a Metz nel novembre
1918 con grande
felicità della popolazione, che era sempre rimasta legata alla Francia, e la
città fu resa alla Francia con il
Trattato di Versailles nel
1919.
Metz venne nuovamente annessa alla Germania tra il
1940 e il
1944 durante la
seconda guerra mondiale, per esser poi liberata nel novembre
1944 dagli eserciti
francese e americano.
Al giorno d'oggi, l'importanza militare della città è molto diminuita, ed
è stata diversificata la base economica. L'espansione è comunque proseguita nei
decenni recenti nonostante la crisi economica che ha colpito il resto della
Lorena.
Nancy, l'antica capitale della
Lorena, in Francia, ha una popolazione di circa 100.000 abitanti,
sviluppatasi in un contesto storico di grande importanza, a cui si
accompagna un'ottima gastronomia e un'architettura unica nel suo
genere. La città ha da sempre vantato una posizione strategica nel
territorio che fu dell'Alsazia
e della Lorena, tra il fiume Meurthe e il massiccio della
Mosella; diventerà francese solo nel XVIII secolo, al termine della
guerra franco-prussiana, grazie alla politica estera
del cardinale Fleury. Costruita intorno ad una
fortezza-castello, Nancy si sviluppò anche grazie ad un canale di
collegamento del Meurthe con il fiume Reno.
Fu Carlo il Temerario ad occupare
gran parte della storia iniziale della città nel XV secolo, morendo a
Nancy in circostanze del tutto infelici. Secoli dopo, il duca
Slanislao, deposto re di
Polonia, diventerà
uno dei personaggi più amati: nella prima metà del Settecento introdurrà
Nancy all'Illuminismo
e ad un nuovo splendore architettonico. Sua figlia Maria andò in moglie
all'allora re di Francia, Luigi XV. La stessa
Parigi,
nei secoli successivi si vide competere con la produzione e il
design Art Nouveau di Nancy.
La piazza dedicata al duca Slanislao, Place
Stanislas è sicuramente uno dei luoghi prediletti dai turisti,
nonché dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.
Creata come punto d'unione del centro storico (Ville Vielle)
con i quartieri più nuovi della città (Ville Neive),
la piazza è luogo di vanto e orgoglio della cittadinanza per la sua
straordinaria bellezza: circondata da monumenti lavorati in ferro
battuto, fu creata nella seconda metà del Settecento da Jean
Lamour e da Emmanuel Héré; vi troviamo
l'antico municipio, Hôtel de Ville, il Museo
delle Belle Arti, la Fontana di Nettuno e
l'Arco di Trionfo. Il tutto decorato in un unica
eleganza ornamentale, tra trofei, inferriate dorate e decorazioni
floreali.
Uno dei palazzi storici situati nella piazza ospita
il Museo delle Belle Arti di Nancy, dove si ammirano
diverse collezioni artistiche, tra cui i celebri quadri del
'Lorenese' Claude Lorrain, il celebre pittore del
Paesaggio
pastorale o altre delle maggiori opere del Tintoretto,
del Caravaggio e Rubens. Non
scordate di fare visita al bel Parco del Pépinière con
tanto di giardino all'inglese, in una delle tante imboccature alla
piazza. In questa parte del centro storico si visita anche un importante
monumento religioso, la Basilica di St Epvre, e la
Tour de la Commanderie, del XII secolo. Altre le piazze
di Nancy che meritano la vostra visita, tra cui Place de la
Carrière e Place d'Alliance .
Tra un aperitivo e un caffè nella bella Rue
des Maréchaux, ci si prepara ad ammirare lo stile Art
Nouveau di Nancy, insieme a quello di Parigi, il maggiore di
tutta la Francia. Lo si incontra soprattutto nella parte occidentale
della città, nei quartiere di Saint Leon e di Saurupt. Vi
troviamo edifici progettati da Emile André,
Lucien Weissenburger, Henri Sauvage o
Emile Gallé, il precursore della celebre scuola di pensiero
artistico, École de Nancy.
L'itinerario prosegue attraverso le opere di
Henri Camal, nella casa situata al numero 5, Rue Saint Julien o
quelle di Louis Lanternier al numero 7 della stessa
via, fino a raggiungere il palazzo Bergeret, sulla rue
Lionnois e la Maison Majorelle, la splendida villa
edificata da Henri Sauvage. In particolare, alcuni degli edifici
pubblici della città si prestano ad essere ammirati in grande stile: gli
interni del Crédit Lyonnais, sulla rue Saint George, la
camera di commercio (sulla rue Henri Poincaré) o,
ancora, la Sociéte Générale situata nella rue Saint
Dizier, in quello che un tempo era il palazzo di Henri Aimeé.
Nancy è veramente una città dalla straordinaria
bellezza architettonica, un'unica passione per gli amanti delle grandi
città culturali della Francia.
Nono giorno
visita Mulhouse
25Km Thann colleggiata
Mulhouse
(pronuncia /mylu:z/,
in
tedesco Mülhausen, 111 273 abitanti[1])
è una città della
Francia situata nel dipartimento dell'Alto
Reno nella regione dell'Alsazia,
sul fiume
Ill e sul
Canale dal Rodano al Reno.
Nella piana compresa tra il fiume
Ill, che l'attraversa, ed i vicini
Vosgi si svolse
una famosa battaglia nel
58 a.C. tra
il condottiero romano,
Gaio Giulio Cesare ed il germano
Ariovisto,
durante la
conquista della Gallia. Il nome di Mulhouse compare per la prima volta nell'803
nella forma Mulinhuson ("case dei
mulini"). La
città si sviluppò a partire da due nuclei, uno appartenente ai vescovi di
Strasburgo,
l'altro agli
Hohenstaufen. Nel
1223 i cittadini distrussero il castello del vescovo. Sotto l'imperatore
Rodolfo I d'Asburgo Mulhouse divenne
libera città imperiale (freie Reichsstadt), anche nota come 'Repubblica
di Mulhouse'. Nel
1515 la città, minacciata dagli
Asburgo, si associò alla
Confederazione
Svizzera. In seguito all'introduzione della
Riforma nel 1523
Mulhouse si scontrò coi cantoni
cattolici. Nel 1586
si proclamò repubblica neutrale. Nel
1798 con un
plebiscito votò a favore dell'unione con la
Francia. Dopo
la
Guerra Franco-Prussiana (1871)
fu incorporata dal neonato
Reich Tedesco
insieme a tutta l'Alsazia.
Tornò alla
Francia con l'Alsazia
dopo la sconfitta della
Germania
nella
Prima guerra mondiale.
-
Il Municipio (Hôtel de ville). Edificio in
stile rinascimentale ricostruito nel
1551 dopo un
incendio.
-
Il Tempio di Santo Stefano (Temple Saint-Étienne). Tempio
riformato
neogotico.
-
La "Città dell'automobile – Museo nazionale" (Cité de l'Automobile).
-
La "Città del Treno"(La cité du Train).
-
Il Museo Electropolis - L'avventura dell'elettricità
-
La Casa della ceramica
A Thann, la Collegiata di San Teobaldo è uno
degli edifici religiosi più rappresentativi del gotico renano in Alsazia. Gli
abitanti di Thann amano scherzare parlando del campanile: "Strasburgo ha il più
alto, Friburgo il più grande, Thann il più bello!". Prima di avvicinarsi per
ammirare le sculture del portale ovest, vale la pena di salire in Rue du
Kattenbachy. Da lassù, si gode di una vista considerevole sull'edificio e sulla
città.
Decimo giorno
40 Km Visita Basilea
e rientro a Brescia
Basilea
(in
tedesco: Basel, in
francese: Bâle), con oltre 170.000 abitanti, è la terza
città della Svizzera dopo
Zurigo e
Ginevra. È la capitale del
Canton Basilea Città benché diversi dei suoi sobborghi facciano parte del
cantone di
Basilea Campagna o del cantone di
Argovia.
Situata nella Svizzera nord-occidentale, lungo un'ansa del
Reno al confine con
Francia e
Germania,
Basilea è un importante centro industriale del settore chimico e farmaceutico.
Costituisce l'ultimo porto fluviale accessibile alle navi di grandi dimensioni.
La regione di Basilea, che si estende nel
Baden-Württemberg tedesco (Weil
am Rhein,
Lörrach) e nell'Alsazia
francese (Saint-Louis,
Huningue),
nota in tedesco come Dreiländereck (angolo dei tre Paesi) e in francese come
District des trois frontières (distretto delle tre frontiere), testimonia
l'eredità dei tre Stati anche con il moderno nome latino di Regio TriRhena.
Vi ha sede la più antica università della Confederazione Elvetica (1460).
La città è inoltre rinomata per il suo carnevale, per la manifestazione di arte
contemporanea "Art Basel" e per "BaselWorld", la più importante fiera di orologi
e preziosi a livello mondiale.