Cronaca di una assistenza radio.

Aprile 2001

Anche questo anno il Rally 1000 miglia è andato. Si è chiuso nel migliore dei modi, apprezzamenti sono giunti da varie parti. C’è chi addirittura ci paventava un microfono erotico. Non da meno chi metteva in discussione le nostre trasmissioni radio, ma fate per finta? Come fate? che noi non riusciamo mai a comunicare tra noi, riferiva una crocerossina. Non riporto i complimenti che ha avuto qualcuno…sono quasi da luci rosse. Queste sono solo voci di corridoio, simpatiche che vi riporto. Veniamo a noi, partiamo alle 15 di giovedì, il tempo non ci aiuta, vento, pioggia e freddo, non aiutano i buon radioamatori, Mario però ha già preparato tutto, una volta tanto i pensionati lavorano. La ns. destinazione è Serle, più precisamente l’Abbazia di S. Bartolomeo. Gli accordi con Don Giulio sono stati presi, le chiavi ce le ha il buon Bruno, che ce le farà trovare nella sua cassetta della posta, in quanto lui sarà via. Alle 15 e 30 siamo a casa di Bruno, ma la cassetta è vuota. Ahi, ahi, non cominciamo bene. Riscendiamo a basso e andiamo in parrocchia, magari hanno un mazzo di scorta. Bussiamo a casa di Don Giulio, ci apre il papà e ci riferisce che Don Giulio è all’ospedale a trovare dei suoi fedeli. Che facciamo? Non ci rimane che aspettare il Bruno che torni e per farci dare le chiavi. Il freddo ci ha fatto venire fame, che cosa c’è di meglio di un panino fresco con la mortadella? Così passa un'altra oretta, ma del Bruno nemmeno l’ombra. Verifichiamo che le vettovaglie  ci siano tutte e nel frattempo facciamo alcuni QSO  con gli amici sull’R1. Ricontrolliamo di aver preso tutto, per passare il tempo. Finalmente vediamo un furgone, eccolo che arriva…..niente da fare è il Daniele, che ha saputo che eravamo lì ed è venuto a salutarci. Arriva anche il fratello del Bruno, ma di lui nemmeno l’ombra. Il Mario comincia a spazientirsi e io lo rassicuro, dai non preoccuparti che domani siamo di backup, facciamo tutto con  calma. Ormai che siamo qui che dobbiamo fare! Balliamo!, si certo dal freddo. La temperatura esterna segna 5 gradi e meno male che è quasi aprile. Alle 18 e 50 arriva il Bruno, comincia già ad imbrunire. Ma che fate qui? ci chiede, non dovevate essere su? Si, ma con quale chiavi, gli chiediamo? Parte la sua mano verso la sua fronte e comincia a prostrarsi. Dopo 30 minuti di scuse, escono finalmente le chiavi e noi ci possiamo incamminare. Sempre sotto l’acqua e vento, arriviamo all’Abbazia. Scarichiamo tutta l’attrezzatura e facciamo un sopralluogo per verificare dove piazzare le antenne. Su è tutto buttato all’aria perché sono iniziati gli scavi e tutto intorno all’Abbazia è una buca.

Qua e la, le ossa di qualche vecchio benedettino e fondamenta di 1000 anni fa tutte in pietra, chissà cosa si immaginavano di trovare! Dopo aver scaricato tutto sono già le 20, cosa facciamo? Sarà il caso di cenare. Si mette l’acqua al fuoco e ci facciamo un bel piatto di ravioli. Nel frattempo abbiamo scovato la legna e acceso il fuoco. L’enorme stanzone dove ci siamo messi è freddo, vicino al fuoco si sta un po’ meglio, mica tanto però! Dopo pranzo, ci guardiamo negli occhi e la voglia di tornare giù è tanta, nel nostro lettuccio caldo ci si sta senz’altro meglio. Ma l’avventura ha il sopravvento e decidiamo di restare. Montiamo una paio di antenne e facciamo qualche QSO, in hf e vhf. Fuori c’è una bufera della malora, il vento soffia come bora. L’antenna 14avq non ha problemi, si riesce a collegare anche il pacifico. Il famigerato kenwood 140, che in città soffia e basta, è silenzioso come non mai. Lassù a mille metri, senza rumori e disturbi vari è una bellezza, sembra diventato un 781. Il cellulare ogni tanto squilla, ma vai a rispondere e cade la linea, finalmente un po’ tranquilli….riusciamo a fare una telefonata alle ns. famiglie solo da una posizione, ma poche parole perché la linea cade subito. Tanto abbiamo assicurato che siamo vivi e giù in città il tempo è come su e qualcuno di famiglia si preoccupava per noi. Apriamo le brande, ci ficchiamo nel sacco a pelo e verso mezzanotte ci addormentiamo. Il freddo è notevole, dopo che il fuoco si è affievolito, nonostante il sacco a pelo. Ogni tanto mi sveglio e sento il Mario russare. Alle sei siamo già svegli, Mario mi fa: caspita come russi!!! Io scoppio in una risata, facevamo a turno…….hi. Dopo una bella colazione, ci mettiamo al lavoro. Fuori piove in orizzontale., io sono ben coperto e mi bagno solo tra gli stivali e l’impermeabile Telecom. Mario invece ha una giacca a pelo che non tiene bene l’acqua. Cominciamo a installare i trespoli. Ogni tanto ci dobbiamo fermare per riscaldarci, fuori sono tre gradi, comincia a cadere acqua ghiacciata, è quasi neve. Mario si cambia giacca a vento e quella bagnata la mette vicino al fuoco, fuma come un turco……..é una cosa impressionante. Indomiti, continuiamo l’installazione, dobbiamo metterci al riparo dietro ad un muro per assemblare i trespoli perché il vento freddo ci gela le mani. Li fissiamo alla meno peggio, con dei blocchi di pietra, poi quando si calma un po’ mettiamo anche i tiranti. Poi mettiamo le batterie sotto i trespoli, si collegano all’alimentatore, dall’anno scorso hanno portato almeno la corrente, è tutto pronto. Primi collegamenti, tutto ok segnali forti sia sui 1200 che sui 2300. Alle 1200 collegamento con Salsomaggiore, segnali fondo scala a 1200. Ci siamo!!! Come al solito la legge di murphy è in agguato, il ricevitore dei 1200 salta, era quello aggiustato dell’anno scorso. Il front-end ci lascia, beh poco male, tanto con direzione gara comunichiamo con quel trespolo a 2300. Il maltempo non accenna a diminuire, una folata fa cadere l’altro trespolo. Lo tiriamo su, lo verifichiamo, non è successo niente, meno male! Una volta tanto la fortuna è dalla nostra parte. Immediatamente sotto l’acqua scrosciante mettiamo i tiranti e qualche pietra in più contro il trespolo. L’anno prossimo i trespoli li lasciamo a casa e pianteremo i nostri bei pali nel terreno così saranno più affidabili. Però che sfiga, questo tempo. Alle tredici siamo umidi come dei pesci e decidiamo di farci qualcosa da mangiare, un bel piatto di spaghetti con il sugo preparato da ik2uiq, Mario non si lamenta vuol dire che ho superato la prova, Beppeeeeeeeeeee! Quanto mi manchi!! Mettiamo a punto tutte le cose, non lasciamo niente al caso e il  pomeriggio scorre tranquillo, con acqua e vento. C’è il tempo di qualche QSO in hf. Ci prepariamo per la sera, altra cenetta tranquilla a base di affettati e formaggio e poi tutti a nanna che alle cinque c’è la sveglia. Dobbiamo guidare tutti gli operatori verso la prova. Ci addormentiamo e lasciamo acceso l’apparato a 145.475, non si sa mai. Alle quattro ecco IZ2CDX che si mette in movimento, la classe non è acqua, non vuol far tardi, deve essere attivo alle sette e la prudenza non è mai troppa!!!!

Mi sveglio alla sua chiamata, cerca il suo compagno. Lo accompagniamo fino alla sua postazione ed il segnale è buono. Fa pure il furbo, mi dice come va adesso, si era scordato di cambiare antenna e non mi dice niente….hi.  Il tempo sembra un po’ più clemente.

Tutti si stanno avvicinando alle postazioni, c’è chi spacca il lunotto della sua vettura, l’antenna magnetica scivola verso il dietro e fa il resto. Siamo quasi tutti attivi, il Mario IZ2AJC non riesce ad ottimizzare, l’hanno relegato in un buco. Ecco l’Oscar che con la perizia di sempre sistema le cose con un piccolo artificio, la classe non è acqua! Si parte, siamo quasi tutti attivi, anche qualche ritardatario recupera all’ultimo minuto. Nel frattempo arriva il IK2JCB, Giancarlo ci porta un po’ di dolci.

Io sono già attivo sulla prima prova, il Giancarlo si attrezza a tirare su la sua, sarà attivo tra un ora. Tutto fila liscia e tra una prova e l’altra c’è il tempo di rilassarsi. Quando le due prove sono attive ci sono piccoli disturbi quando parlano da direzione gara. Fortunatamente non da pregiudicare i collegamenti. Le proviamo tutte nella pausa, cambiamo antenna, trasmettitore, ne avevamo uno di scorta, non si sa mai. Proviamo a separare i cavi di alimentazione, niente, il piccolo inconveniente non sparisce, però niente di preoccupante, collegamenti brevi attenuano il fenomeno. Verso sera, il panico, la prova non arriva più in direzione gara. Nessuno a toccato niente. Nel frattempo il sole era uscito e i pellegrini, nel vero senso della parola, cominciano ad arrivare fino in cima. Un beota di ciclista con la sua mountain bike, passa sui cavi di alimentazione e mi stacca una alimentazione. *§@#@]]#@. Gli chiediamo, di non passare sui cavi, che per tutta risposta ci ripassa sopra. Pensate cosa gli abbiamo suggerito????? Nel tardo pomeriggio arriva il Daniele, viene a trovarci in moto, ne approfitto per fare un giro e per vedere se mi ricordo come si fa a guidare una moto. Troppo potente, sarà meglio scendere.

Qualche pellegrino ci chiede informazione sui trespoli e noi rispondiamo “protezione civile”, lì le voci si propagano più delle onde che incontrano il meteor scatter. Finalmente siamo alla fine, un ultimo boccone, sono arrivate le venti e i complimenti dalla direzione gara li abbiamo in saccoccia, è l’unica soddisfazione……si cala a valle!!!!

Alla prossima puntata.

Ik2uiq